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Il mondo secondo Piero

Il mondo secondo Piero Vita insieme

Piero e l’ospite

9 Novembre 2016
Come parlare al cane

Suonano alla porta.

Lei (Giulia nda) va ad aprire e io la seguo per controllare che non entrino individui pericolosi, o cani nemici. O infidi gatti.

Tutto a posto, è la sua amica, quella piccoletta e simpatica che si chiama Mau.

Mau mi piace, anche se ha un grande, enorme difetto: non ama che le salti addosso per manifestarle tutta la mia ospitalità. Faccio comunque il solito tentativo di saltino ( non si sa mai che stavolta apprezzi!), subito stroncato dall’arcinoto “Giù”. Mi accontento, quindi, di tenere le quattro zampe a terra e questo manda in accelerazione il mio fondoschiena che comincia a dimenarsi come quello di un ballerino di samba! Sono un cane gioioso, che ce posso fà?

Dopo i saluti di rito, le accompagno in soggiorno, dove, solitamente, si siedono a prendere il caffè.

Sto per stravaccarmi beatamente nella mia cuccia, quando mi accorgo che la piccoletta non si è seduta e mi guarda. Allora le sorrido.

Mi dice: “Vieni qui, bello!”

Se dice “Bello” è ovvio che sta parlando con me! Dato che, di solito, mi ignora, mi avvicino curioso.

Mau dice che voleva saperne di più sui cani e ha letto un libro.

Ah, bene!

Mau ci dice che non sa se ha capito molto bene quello che ha letto.

Ahi ahi!

Mau dice che adesso vuole provare lo stesso a comunicare con un cane. Con me, per la precisione.

Aaaaagh!!!!

Mau si piega su di me e, dato che è bassa, mi arriva a 10 centimetri dal muso, sbarra gli occhi e mi rifila un sorriso che neanche il Joker…

Oddio… inizio a sentire una vaga inquietudine.

Guardo Lei, nella speranza di un aiuto, ma Lei è con le braccia lungo i fianchi, gli occhi sbarrati, la bocca spalancata ed è paralizzata dalla sorpresa…

Ok, ho capito, me la devo cavare da solo.

Mau, sempre con la stessa faccia un po’ folle e sempre piegata, inizia a darmi una serie di comandi con vocetta pigolante e, ogni volta che lo fa, porta le mani a pugno verso il petto e fa un saltello sulle punte dei piedi che sembra mi stia per cadere addosso.

Ovviamente, Mau, non ha chiesto quali sono i comandi che conosco, quindi usa le parole che le vengono in mente a casaccio e io non capisco assolutamente niente!

Giuro che sono in difficoltà… mi sudano i polpastrelli…..

Dunque, mi concentro sul movimento delle mani: ricorda moooolto vagamente quello che usa Lei per chiedermi il “seduto”.

Più o meno va così:

“Siediti”, mani al petto, saltello sulle punte: mi siedo

“Stenditi”, mani al petto, saltello sulle punte: mi siedo

“Vai all’indietro”, mani al petto, saltello sulle punte: mi siedo

“Ruota” (ruota??????)……………………….: mi siedo

Il marmo sotto le mie zampe ha un alone enorme di condensa e io ansimo. La mia Lei trova finalmente la forza per intervenire e placare la furia addestratrice della piccoletta.

Mau sbuffa e dice: “Ma Piero sa solo mettersi seduto!”

Io e Lei ci guardiamo e pensiamo all’unisono: “Vai a bere il tuo caffè, và, che è meglio!”

 

Il pensiero di Piero

Certamente ho apprezzato lo sforzo che ha fatto Mau! Ha abbandonato la presunzione, tutta umana, che, fossi io a dover imparare il suo linguaggio e ha preso un libro per conoscermi meglio.

Mau ha voluto capire in quale modo poteva interagire con me, come poteva aprire un canale di comunicazione.

Certo, avrebbe dovuto chiedere che parole conosco, perché noi cani non parliamo la vostra lingua e anche se parole come “Terra” o “A terra”o “Sdraiato” per voi sono sinonimi, per noi sono parole con un suono totalmente diverso e non possiamo sapere che hanno lo stesso significato. Avrei potuto fare molte cose con Mau se solo avesse saputo come chiedermele!

Comunque, ho apprezzato.

Mi sono sentito considerato! E’ bello, sapete, sentirsi considerati…

Ricordatevi: il vostro cane parla in modo molto diverso da voi e la sua vita sarebbe immensamente più semplice se voi gli spiegaste la vostra lingua usando una modalità CANINAMENTE COMPRENSIBILE!

La comunicazione è vitale! Se non si comunica non ci si capisce e non si impara a conoscersi. Se non si comunica, il rapporto non cresce.

Parlate al vostro cane con un linguaggio chiaro e a lui comprensibile: la vostra amicizia diventerà sempre più forte e il suo muso sarà sempre più sorridente!

Viva vida, amici!

Il mondo secondo Piero

Piero e il Chihuahua

19 Luglio 2016

Ciao ragazzi!
Oggi grande giornata! Risveglio coccoloso, tempi di lavaggio ottimali (15 minuti Lei, 3 secondi io), colazione al volo (intendo, proprio al volo, cioè con lancio di cibo e presa al volo) e pronti!!!
Sole, temperatura perfetta. Scopriamo dove si va oggi…mmmh…aaaaah! Area cani! Entriamo. Io corro subito a salutare gli amichetti, Lei e Spino se la prendono comoda.
Ciao ciao amici, code, annusate, ciao ciao. Bella gente oggi, in area cani. Decidiamo di simulare una battuta di caccia al cinghiale. A fare il cinghiale inizio io, che sono un pò cinghiale inside.
Si sta per iniziare, ma….fermi tutti! Si è aperto il cancello dell’area cani!
Cambio di priorità: tutti a vedere chi è arrivato. Ci giriamo per correre verso l’entrata, ma siamo colti da paralisi collettiva: sulla soglia si staglia nitidamente un “cosino”.
Per chi non frequenta il nostro giro, “cosino” sta ad indicare una creatura aliena che si trova generalmente in braccio o nella borsa di signore eleganti (o che si sentono tali). Si tratta sicuramente di un animale, ma che, poverino, non deve essere dotato di arti e necessita di trasporto ad hoc; spesso stizzoso e poco incline all’accoglienza, se ti avvicini mostra una fila di dentini aguzzi e squittisce…o bramisce? Non ho mai imparato bene i versi degli animali……
Però, adesso ne vediamo uno senza borsa! Santo cielo gli arti li ha! Quattro, proprio come noi. E ha anche una coda. Si avvicina e noi sgraniamo gli occhi. Il border collie si accuccia, sguardo fisso,  collo allungato in avanti, bascula il bacino pronto a partire. Il “cosino” si avvicina ancora e spara una raffica di segnali calmanti. Segnali calmanti???? E come li conosce? Parla le lingue straniere….. Si avvicina ancora e …il cielo mi fulmini!
“Cosino” è un cane!!!
Fermo il border e mi avvicino io, guardingo. Gli giro intorno e lo annuso, ma i miei 30 kili e il pelo cotonato  e il piglio da spaccone non lo intimoriscono, anzi sorride a tutta coda. Si muove per annusarmi e io faccio un balzo indietro, lo squadro e caccio un’abbaiata intimidatoria; insomma, cercate di capire, non ho ancora inquadrato bene l’animaletto. “Can-cosino” , allora distoglie lo sguardo, fa uno sbadiglio e finge di annusare a terra.
Can-cosino è un cane veramente educato e molto competente a livello sociale; ci sa proprio fare. Mi avvicino e ci scambiamo i saluti di rito. Arrivano anche gli altri e can-cosino sparisce tra musi e code, per poi riemergere felice e pronto al gioco. Che bel carattere questo ragazzo! Scopriamo che si chiama Winston Churchill III, come un famosissimo statista.
Mi giro verso di Lei e la guardo intensamente con una domanda nello sguardo : “Com’è che il nano qui ha il nome di uno statista famoso e io il nome di uno sepolto in un campo di grano?” Ma Lei sorride  e a me non importa più di avere o non avere un nome importante … Con Lei finisce sempre così: mi sorride e tutto passa.
Torno da can-cosino Winston e dagli altri e ci divertiamo un mondo! Winston è simpaticissimo e non si fa spaventare da niente. Mi piace. E’ diverso dagli altri cosini che ci odiano e ci scacciano quando ci avviciniamo alle loro borsette. Sicuramente è anche merito della sua umana: lei lo ha cresciuto a contatto con ogni genere di cane, grande o piccolo, lo ha portato ovunque e in mezzo alle persone, ma sempre con le sue quattro zampe ben posizionate al suolo! Forse, se potessero uscire dalle borsette e vedere più cani, più gente, più mondo anche gli altri cosini sarebbero come Winston.
Cani. Felici.

 

Il pensiero di Piero
Oggi vorrei dire due parole alle signore che pensano sia terribilmente treeeendy portare un povero cane: in braccio, in borsetta, in passeggino (Signoredammilaforza!) e, ultima invenzione, in speciali tracolle di tessuto da abbinare al vestito che si indossa.
Ma dai!
Un cane non smette di essere tale solo perché è di dimensioni ridotte; la sua dignità non va mai calpestata.
Vi ricordo, care signore, che le dimensioni ridotte non significano necessariamente pavidità, debolezza e bisogno di protezione. Costringete cani come i Chihuahua o  gli Zwergpinscher  a vivere una vita da peluches, senza rendervi conto di quanto li stiate snaturando e del male che gli fate.
Le dimensioni ridotte non significano neppure: sei un accessorio moda, sei il mio bambino, ti annego nei vizi e nelle coccole, ti sposto qua e là come fossi un soprammobile e via discorrendo.
I cani hanno le zampe per: camminare, correre, saltare, nuotare, scavare, giocare, scivolare, stiracchiarsi, acciambellarsi, lanciarsi nelle pozzanghere…. E devono poter fare tutte queste cose  ed altre ancora.
Quando fate entrare un cane nella vostra vita, fategli condurre un’esistenza dignitosa; rispettatelo!
Cercate di soddisfare la vostra vanità lanciando mode alternative. Per esempio, riempitevi le mani di granaglie e lasciate che gli uccellini vengano a beccare il cibo dalle vostre manine.
Effetto Biancaneve garantito: vi sentirete le più belle del Reame!
Viva vida, amici!