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Il mondo secondo Piero Salute e benessere del cane Vita insieme

La pioggia non uccide i cani!

21 Marzo 2018
sorriso pioggia

Buongiorno a tutti!

Leggendo qua e là, sul Web, mi imbatto spessissimo in notizie tristi e in dosi tossiche di pessimismo cosmico, quindi io e Piero abbiamo deciso di raccontarvi qualcosa che porti una ventata di ottimismo.

Oggi infatti, dopo mesi di accurati studi, siamo in grado di darvi una splendida notizia: quando piove i cani possono passeggiare sotto la pioggia! Alcuni addirittura senza impermeabile.

Davvero!

Soprattutto, dopo infiniti test, abbiamo scoperto che stando sotto la pioggia i cani:

  • non si restringono
  • non si sciolgono
  • non muoiono

Tutt’al più si stropicciano un pochettino, ma opportunamente spazzolati tornano alla forma originaria.

Pensiamo, ma dobbiamo ancora fare altri accertamenti, che l’acqua piovana, più pura di quella dell’acquedotto, tolga la polvere al manto del cane con delicatezza e che dia modo all’animale di pulirsi bene anche le zampe senza lo stress generato da vasche e vaschette per il bagno. Fortunatissimi poi i cani che possono imbrattarsi zampe e muso nel fango di cui si conoscono le virtù terapeutiche fin dall’antichità.

Comunque, ci basta già sapere che i cani possono uscire di casa anche quando piove e sopravvivere!

Dunque, non abbiate più alcun timore e portate a spasso i vostri beniamini anche nei giorni di pioggia; anche perché abbiamo il fondato sospetto che i bisognini scappino loro anche nei giorni uggiosi e che la noia li attanagli come quando non piove.

A riprova di quanto sosteniamo, vogliamo proporvi un brevissimo video nel quale potrete vedere tre cani che giocano sotto la pioggia: non solo non stanno soffrendo, ma si divertano anche!

Prima di mostrarvi il video, ci teniamo a precisare che non sono state usate lontre o nutrie camuffate da cani; si tratta di cani VERI.

 

 

 

Piero, come saprete se avete letto l’articolo “Piero, la pioggia e i ricordi”, non ama particolarmente l’acqua sulla pelliccia: secondo lui l’acqua sta bene solo nella ciotola e nelle adorate pozzanghere, che sono soltanto un modello più grande di ciotola; nonostante lo scarso amore per la pioggia, ha voluto posare in alcune foto per avvalorare la scoperta che abbiamo appena condiviso con voi e che rivoluzionerà la vita di molti cani.Vediamole insieme.

 

ombrello pioggia

 

In questa prima immagine il nostro Piero sembra che guardi con orrore la sparizione del suo fondoschiena ad opera della pioggia: niente paura, guardate la prossima fotografia.

 

piero pioggia

Qui, potete vedere il nostro modello, tutto intero, sempre sotto la pioggia e con le zampe in una pozzanghera mentre pratica la fangoterapia; il pelo bagnato lo fa sembrare vagamente un chewingum masticato, ma sorride e gode di ottima salute.

 

amore pioggia

La pioggia continua a scendere dal cielo, ma il nostro Piero riesce anche ad amoreggiare con una splendida saluki.

Come avete visto, questo umido fenomeno atmosferico non ha impedito al nostro modello di godersi la sua uscita mattuttina.

Sono certa, però, che i più scettici diranno: “Va bene, va bene… Ma è riuscito a tornare a casa sano e salvo?”

Ebbene sì! Ecco la prova:

 

telo pioggia

 

Avvolto in un morbido asciugamano che evita pozze d’acqua in tutta la casa, Piero viene asciugato con godurioso massaggio rotatorio.

Sotto, lo possiamo vedere sereno ed appagato che dorme sul suo cuscino preferito: me.

 

nanna pioggia

 

Aggiungiamo altra fotografia che lo ritrae durante il riposo per provare che sta bene: vedete che ha gli occhi aperti?

 

tappeto pioggia

 

Ci fermiamo per non annoiarvi.

Speriamo di essere stati di aiuto e conforto a tutti coloro che temono la prematura scomparsa del loro amato cane qualora dovesse uscire sotto la pioggia: non abbiate paura e portate fuori ‘ste povere bestiole!

Buona pioggia a tutti!

Il mondo secondo Piero Vita insieme

Piero, la pioggia e i ricordi

4 Maggio 2017
pioggia

Ciao amici!

Piove e io sono sdraiato sulla mia cuccia ad ascoltare l’acqua che ticchetta sull’asfalto. Della pioggia mi piace tanto l’odore che fa salire dalla terra. Nient’altro.

Oggi ho pensieri pigri e non mi va di raccontarvi una storia istruttiva … oggi vi regalo i miei ricordi.

Tempo fa, in casa nostra, viveva un altro cane di nome Spino. Lui era arrivato molto prima di me ed era un cane che della vita ne sapeva un bel po’.

Spino non mi sopportava di buon grado e io ricambiavo la cortesia.

Eravamo molto diversi, ma una cosa di sicuro ce l’avevamo in comune: non ci piaceva la pioggia. Uscire sotto l’acqua, fosse anche la gentile acquerugiola primaverile, proprio era l’ultima cosa nella scala dei nostri desideri.

Purtroppo, quando si susseguivano giorni piovosi, uscire si doveva pur uscire e il fastidioso incontro con la pioggia dovevamo farlo. Lei, pensando di fare buona cosa, ci aveva comprato l’impermeabile per i giorni di cielo a pecorelle ed acqua a catinelle … Ora, a noi cani, non è che gli impermeabili piacciano molto: quando ce li fanno indossare la nostra dignità offesa ci provoca un cortocircuito cerebrale che ci fa muovere come delle marionette o come dei pinguini.

Come se non bastasse, Lei, dopo mille ripensamenti, quando si era decisa a comprarci gli impermeabili? Ovviamente durante una vacanza in uno sperduto paesino di montagna dove c’era un negozio di ferramenta che vendeva una vasta gamma di articoli, dai chiodi ai dadoni in pelo da appendere in auto. Nel triste e polveroso espositore di prodotti per cani, Lei aveva trovato solo un impermeabile verde vomito per me e uno giallo acceso con bottoncini rossi per Spino; lui sembrava un pompiere e io un baccello gigante. Ma Spino era “cane di mondo”e riusciva quasi sempre ad evitare il suo pagliaccesco impermeabilino. Io no. Infatti, nei giorni piovosi, al richiamo di “Girettooo!” io saltavo in piedi come uno che aveva preso la scossa e mi mettevo a saltellare, impaziente come un capretto, davanti alla porta d’ingresso. Spino, invece, non si muoveva. Allora Lei lo andava a chiamare dolcemente, ma lui, arroccato dietro i suoi privilegi di cane anziano, se ne stava immobile.

Io, ingenuo, ridacchiavo perché pensavo che fosse un tontolone a non voler uscire. Poi lei arrivava con l’orrendo impermeabile e subito mi coglieva un dubbio: PIOVE COSI’ TANTO? Si apriva la porta e vedevo: caz, sì, piove così tanto! Prima di uscire mi giravo e vedevo Spino che ci guardava di sottecchi. Lui aveva capito che fuori c’era il diluvio. Carogna.

Quando tornavo a casa ero comunque riuscito a bagnarmi tantissimo dato che, da bravo maschio, dovevo per forza fare 3.000 minipisce e questa era un’arte che richiedeva del tempo. Quindi, dopo l’onta dell’impermeabile, mi aspettava anche la beffa: il mix asciugamano – phon.

Dopo lunga pena, asciutto e con il pelo gonfio come una palla di zucchero filato, trotterellavo offeso verso la cuccia, accompagnato dalla lunga risatina sarcastica del mio compagno di casa.

La pioggia, prima o poi, dava qualche minuto di tregua e Spino coglieva l’occasione al volo! Si alzava, andava da Lei, si stiracchiava e la guardava con il suo sguardo da “ cucciolo di panda abbandonato”. Allora Lei sorrideva, prendeva il guinzaglio e lo portava fuori … Mannaggia! La prossima volta anche io avrei fatto così!

E arrivava la famosa “prossima volta”. Pioggia infinita, il richiamo “Girettooo!”, lui sdraiato immobile, colpito da sordità improvvisa, e io: capretto capretto capretto davanti alla porta … Nooooo! Mi ero fregato di nuovo! Impermeabile, giù acqua, dagli col phon. E lui rideva. Che tipo! Quasi quasi iniziava a piacermi quel cagnetto…

Un giorno di luglio, venne a trovarci la zia Dada e fu lei a prendere il guinzaglio dicendo “Girettooo!” Scattai come una trappola per topi e mi lanciai verso la porta con la grazia di una slavina; Spino mi mandò un lungo sguardo e non si alzò. Io pensai: “ Cavolo, PIOVE??!!?”. Uscii rassegnato, ma quella volta il vetusto si era sbagliato: non pioveva affatto, anzi, era una gran bella giornata e subito mi colse il buonumore. Pensai che, al ritorno dalla passeggiata, avrei riso io del mio vecchietto!

Quando tornai a casa non c’era nessuno, allora aspettai. E aspettai.

Tornò soltanto Lei.

Era diversa, come se non fosse più tutta intera. Con lo sguardo le chiesi: “Dov’è?” Lei si sedette accanto a me e iniziò ad uggiolare piano, mentre con gli occhi mi bagnava il pelo. La risata che avevo preparato per lui, mi morì in gola e in un istante, sentii, sgomento, che mancava un pezzo anche a me. E capii che anche se fuori c’era il sole, era un giorno di pioggia.