“Mio nome: Woody.
Miei anni: quasi tre.
Mia razza: Basenji
Woody: sa perché Padrona: dice sempre quando persone: chiedono.
Ma che bel cane, come si chiama? Woody.
Ma che bel cane, quanti anni ha? Quasi tre.
Ma che bel cane, di che razza è? Basenji.
Ma che bel cane: eccomi, proprio me!
……
A volte succede che Padrona: esce, e Woody: rimane da solo insieme a calzino di Padrona (in bocca) oppure insieme a Vicina Di Casa Signora Ornella (non in bocca, tranne spiacevole incidente chiamato: Morso Di Polpaccio). Allora Woody: sta seduto davanti a porta. Non interessa più cibo, neanche giochi, neanche carezze. Solo: fissare porta e aspettare. E alla fine Padrona: torna sempre. Ancora prima di sentire sua voce, Woody: allunga muso e alza orecchie. C’è in aria qualcosa di diverso, qualcosa che dice: ecco, Padrona sta tornando, e infatti Padrona: apre porta e con braccia spalancate dice: Come sta il mio tesoro, come sta?, e allora Woody: scatta in piedi, e corre, corre, corre, e agita sedere sveltissimo, e fa cerchi intorno a Padrona, esalta dentro sue braccia, e, allacciati stretti come guinzaglio, Woody e Padrona: rotolano su pavimento per: gioia grande di stare ancora insieme. Rotolano, rotolano, rotolano, senza fare attenzione a pianta di ingresso che cade per terra, e quando Mamma Di Padrona Signora Luisa: viene a fare visita, ogni volta dice: Ma com’è che questo Ficus lo vedo sempre più storto, non è che gli dai troppa acqua?
…………. “
Tratto da “Woody” di Federico Baccomo – Ed. Giunti
Federico Baccomo racconta la storia di Woody e della sua amatissima Padrona, anzi, per l’esattezza lascia che sia Woody stesso a raccontarla: ne esce un libro deliziosamente sgrammaticato, pieno di energia e di pensieri nitidi come solo un cane può avere. Woody, con la sua semplicità, parla di temi difficili e importanti, riuscendo a farti ridere, indignare, a commuoverti e quando arrivi all’ultima pagina ti viene in mente un solo aggettivo: bellissimo!