Lei sa benissimo che so interpretare ogni suo minimo gesto, ogni suo sguardo sfuggente, ogni esitazione nel respiro, perciò è diventata bravissima a dissimulare le sue intenzioni: una vera artista!
Nonostante ciò, il mio cervello evoluto sa fare due + due, quindi, se vedo che lei è eccessivamente sorridente e sento rumori sospetti nel bagno, capisco che è incombente la grande tragedia: il bagnetto.
Vado a dare un’occhiata per verificare se ho ragione, ma faccio spuntare solo un pezzo di muso, giusto per controllare senza rischiare: il bagno è un posto che nasconde grandi insidie! Annuso e sento l’odore del mio bagnoschiuma “Cane pulito schifo infinito”; mi sfugge un sospiro ansioso, lei lo sente, si gira e mi vede. Io la guardo e lei mi guarda. Occhi negli occhi indoviniamo i pensieri dell’altro:
il mio è “non mi prenderai mai”
il suo è “non potrai nasconderti”.
La tensione si fa palpabile, ma Lei sfodera il suo sorriso più bello e mi chiude la porta davanti al naso. Io corro a cercare il numero dell’OIPA per denunciare il mio maltrattamento imminente, ma poi mi ricordo che non ho le mani e anche se le avessi tanto non so leggere: sono fregato.
Va bene: lavami umana crudele! Sappi, però, che non mi avrai senza fatica!
“Piero, vieni…”
Ma non ci penso neanche!
“Pierino, dai vieni…”
Pierino mi chiama, quella bieca donna che credevo mi amasse…
“Pieeeerooooo”
Ecco, mi nascondo sotto il mobile, così non mi vede.
“Piero dove sei?”
Ahahahahaha! Non mi troverai mai!
“Piero! Cosa ci fai lì?”
Caspita, come hai fatto a trovarmi, diavolo di una donna?
“Se cercavi di nasconderti sotto il mobile, sappi che hai lasciato fuori un culone enorme!”
Azz! Non puoi più fidarti nemmeno del tuo didietro. E poi io non ho un culone enorme….
“Dai Piero, vieni con me. Lo so che non ti piace tanto il bagno, ma ti tocca proprio!”
Non ti piace tanto il bagno è una distorsione della realtà: IO ODIO IL BAGNO!
Ho una mia dignità e non mi farò trascinare; la seguo col capo chino e il passo lento e pesante del condannato a morte. Mi fermo. Un passo. Mi fermo ancora. Un altro passo. La guardo con l’estremo saluto scritto dentro gli occhi e abbasso di nuovo il capo sospirando.
Sono tenero come la piccola fiammiferaia, ma Lei non ci casca.
Allora, che vada in brodo anche la mia dignità: DOVRAI TRASCINARMI DI PESO, SE VUOI LAVARMI!!!
Mi accascio al suolo, mi irrigidisco e mi aggrappo con le zampe anteriori ai piedini del mobile del bagno, ma Lei sa usare dei toni di voce così belli che non resisto: mi alzo e arrivo fino alla vasca… deve aver fatto un corso di ipnosi!
D’accordo, alla vasca ci siamo arrivati: adesso dovrai sollevarmi perchè io non collaborerò! Non ce la farai mai….
Dopo un secondo eccomi dentro…bah, almeno l’acqua è tiepida; peccato per il pessimo odore dello shampoo: non ne esisterà uno al profumo di bistecca o di gorgonzola?
Ora sono tutto bagnato e sembro un gigantesco topo.
Ma…un momento: cos’è quella cosa che galleggia nell’acqua? Una paperella! Una stupenda paperella. Lei la prende e la schiaccia: suona! Ma è bellissima!
Addento la paperella e la schiaccio con gusto tra i denti: peeeep,peeeeeep,pep,pep,pep,peeeeeeeeep!
La mia discesa all’inferno sarà meno dura ora che ho un’amica.
Lei sorride, poi però storce la bocca infastidita….
Ahahahah! Ti dà fastidio il suono della paperella? Bene: pep, pep, pep, peeeeeeeeeeep, pep, pep, peeeeep, pep, pep, pep, pep, peeeeeeeeeeeeeeeeeeeeeeeeeeeeeeeeeeep! La suonerò finché mi terrai qua dentro, sappilo. La suonerò fino alla morte!
Finalmente posso uscire e Lei mi accoglie con un gigantesco asciugamano di spugna: santo cielo, c’è disegnato sopra Winnie the Pooh! Non ce l’avevi uno degli Aerosmith??
“Che ne dici se ti asciugo anche con il phon?”
Per tutta risposta, prendo la paperella e inizio a schiacciarla con vigore: peeeep, pep, pep, peeeeeeeeeeeeeeeeeeeeeeep, pep, pep, pep………………
“Va bene, va bene, basta! Vai fuori ad asciugarti al sole!”
Esco felice perché, ora, non ho solo una nuova paperamica, ma ho una vera e propria arma: trema umana, d’ora in poi il bagnetto sarà terribile per entrambi! Tié!
Il pensiero di Piero
Perché ci dovete lavare?
Fine del pensiero di Piero.
Vi rimando al pensiero di Lei in “Bagnetto sì, bagnetto no”
Viva vida, amici!
Il dilemma del bagnetto è una questione tutta moderna.
Una volta la maggior parte dei cani viveva fuori dalle abitazioni: stava nei cortili, nelle aie e trovava riparo sotto i pergolati o nelle stalle; allora lavare il cane era un pensiero che, probabilmente, non sfiorava nessuno.
Quelli di oggi sono cani cittadini che vivono prevalentemente in casa e tendono ad occupare ogni spazio con noi, compresi divani, letti e poltrone. Per coloro che vivono così a stretto contatto con il cane diventa necessario eliminare sporco ed odori eccessivi dal beneamato.
Naturalmente i cani non la pensano come noi: loro se ne infischiano bellamente se adoriamo pulizia e profumo perché sono rimasti cani e si comportano da cani, odorano di cane e questo gli piace un sacco (a volte anche odorare di Yak gli piace un sacco, ma è un altro discorso).
Qualcuno dal nasino delicato tende ad eccedere con i lavaggi dell’amato quattro zampe il quale sembra non aver più diritto al proprio odore, ma deve piegarsi a diventare una “nuvoletta di profumo che piace tanto a mammina o papino”!
Credo sia sbagliato lavare il cane con troppa frequenza o sfregarlo maniacalmente con le salviettine profumate perché ci infastidisce l’odore del pelo: il cane ha il diritto di odorare di cane (bada bene che non ho detto “puzzare”) e se tu non lo tolleri, che l’hai preso a fare un cane? Ti piacerebbe se il tuo cane, mentre dormi, ti sfregasse addosso delle schifezze perché non sopporta l’odore delicato della tua pelle?
Rispetto, sempre.
All’estremo opposto troviamo i sostenitori de “il cane non va mai lavato”, ma anche questo è un eccesso perché la detersione del pelo e della cute sono importanti per la salute e il benessere del cane. Certo, in natura i cani non fanno il bagnetto, ma si lavano comunque con l’acqua della pioggia, dei fiumi, dei canali, cosa che non possono certo fare i cani che vivono esclusivamente in città.
L’eterno dilemma è sempre quello: bagnetto sì, bagnetto no? Ovvero: ogni quanto va lavato il cane?
Credo che non esista un’unica risposta che possa soddisfare tutti.
Si tratta sempre di una questione di buonsenso (e di naso in caso di cane-Yak), quindi: laviamo il cane né troppo né troppo poco e tra un lavaggio e quello successivo teniamo il manto ben spazzolato.
Indicativamente 2 o 3 bagni all’anno dovrebbero bastare, ma ovviamente vanno fatte diverse considerazioni a seconda dell’età, della razza, della vita condotta dal cane e della sua propensione o meno a rotolarsi nelle puzze!
Il cucciolo non andrebbe lavato fino ai 4-6 mesi, il cane in convalescenza nemmeno; il cane anziano e il cucciolo che si è rotolato nel fango e va per forza pulito andrebbero lavati prestando molta attenzione alla temperatura dell’acqua, senza che prendano freddo e asciugandoli molto bene. Il cane che soffre di pruriti ed eczemi può avere la necessità di essere lavato con maggior frequenza usando shampoo specifici che gli diano sollievo. I bagnetti vanno evitati anche subito dopo le vaccinazioni o dopo i pasti.
I casi sono tanti e tutti diversi, ecco perché non c’è una risposta valida per tutti, ma basta solo riflettere anteponendo il benessere del cane alle nostre convinzioni (lavo troppo, non lavo mai).
Il cane è sporco: lo lavi.
Il cane puzza orrendamente: lo lavi.
Il cane l’hai lavato un mese fa, ma domani deve portarti le fedi all’altare: lo lavi.
Il cane è Piero: rimandi il più possibile!
Buono shampoo a tutti!
Primavera. I fiori sbocciano, la natura si apre alla vita, l’aria è frizzantina. Tutto parla di una energia che si rinnova e anche voi la sentite; vi viene voglia di uscire e di godervi tutta questa bellezza facendo una camminata a passo spedito, immersi nella natura. Mentre vi mettete le scarpe da ginnastica il buonumore cresce: tra poco sarete fuori, baciati dal sole, rallegrati dalla vista del verde!
State per uscire e sentite una vocina gentile che dice: “Vengo anche io con te”. Vi girate e vedete vostro nonno, il vostro adorato nonnino. Come dirgli di no? Aspettate con pazienza che si prepari e uscite insieme a lui. Il nonnino, anziano, cammina piano piano e nonostante voi siate comunque contenti di essere con lui, ahimè, la vostra camminata spensierata, a lunghe falcate non potrete farla… e un pochino vi dispiace perché sentite dentro di voi questa grandissima voglia di camminare veloci, quasi di correre.
Ecco, senza offesa per nessuno, ma talvolta per il nostro cane uscire con noi è come per noi uscire con l’amato nonnino…
I nostri cani ci amano tantissimo e passeggiare insieme a noi li rende certamente felici, ma hanno le energie imbrigliate da un guinzaglio che consente loro un raggio di azione di un metro e mezzo e, spesso, si ritrovano accanto ad un conduttore distratto che cammina lentamente perchè sta guardando il telefonino. Certamente non è sempre così, però il cane, con quelle sue splendide quattro zampe, lunghe o corte che siano, con quel suo tartufo impareggiabile e con quella scintilla animale che porta dentro di sé non è nato per stare al guinzaglio, ma per trottare, correre, galoppare, esplorare, comunicare liberamente… la libertà dal guinzaglio, non è soltanto un’opzione, ma una reale necessità per il cane!
Ovviamente, non possiamo pensare di lasciar libero il cane in zone cittadine, ma noi bresciani siamo molto fortunati perchè abbiamo campagna, boschi, laghi, colline e montagne tutto intorno a noi e possiamo raggiungerli con facilità: quindi, perchè non dare la possibilità ai nostri cani di trascorrere del tempo in totale libertà?
Le motivazioni che ci spingono a non sganciare mai quel benedetto guinzaglio sono tante, eccone alcune:
1- “Io non me la sento di lasciare libero il mio cane perché non torna al richiamo”. Questa motivazione non sta né in cielo né in terra. Il cane non torna quando lo chiami? Insegnagli a farlo! Hai già provato ma non funziona? Probabilmente, una volta esclusa la sordità del cane, o glielo hai insegnato nel modo sbagliato, oppure hai preteso che lo imparasse in poco tempo e poi ti sei arreso. Il cane non solo può imparare a tornare da te, ma può farlo pensando che sia la cosa più bella del mondo!
2- “Io non lascio libero il cane perché non ne ha bisogno, uso il flexi e lui può correre” Sapete tutti cosa è il guinzaglio allungabile conosciuto anche come Flexi (marca )? Eccolo: Si tratta di un guinzaglio probabilmente progettato da un sadico. Sì, perché: per prima cosa il guinzaglio allungabile insegna al vostro cane a tirare, in secondo luogo lo illude di poter correre, quindi il cane si slancia in avanti per poi prendere una gran botta di arresto e dare un bello strattone a voi e, da ultimo, se mal gestito, può provocare brutti ferimenti ad altri cani e a persone.
Se avete il guinzaglio allungabile, buttatelo!
Come si capisce dalle obiezioni precedenti, il problema principale legato alla scelta di lasciare che il nostro beniamino si goda l’agognata libertà è il controllo che si ha sul cane: se il cane non risponde al richiamo, non si ferma quando glielo chiediamo e, una volta libero, si dimentica della nostra esistenza è logico che non possiamo togliere il guinzaglio; è vero anche che possiamo impegnarci affinchè il cane impari tutte queste competenze, con grande soddisfazione reciproca! Nel frattempo, possiamo sempre utilizzare le aree verdi che il Comune ha approntato per bisogni di libertà e socializzazione dei nostri cani: le controverse aree cani.
3- “Io vorrei lasciarlo libero almeno nelle aree cani, ma sono sporche” In effetti, ci sono aree cani che sono cloache a cielo aperto, grazie alla maleducazione di qualcuno e altre, invece, sono così piccine che farebbero perdere a qualunque cane la voglia di correre. Esistono, però, anche aree di sgambamento davvero molto belle, verdi e ben ombreggiate: frequentate queste ultime. Se l’area cani è l’unica possibilità che il vostro cane ha di correre libero, andateci!
4- “Mi hanno sconsigliato di frequentare le aree cani perché il cane può prendere delle malattie” Scusate, ma il cane l’avete vaccinato? Se sì l’avete già messo al sicuro dalle malattie peggiori. Vi preoccupate perché potrebbe prendere le pulci, le zecche, un virus o altro? Comprensibile, ma anche i bambini che frequentano la scuola prendono di tutto: pidocchi, vermi intestinali, virus e batteri di ogni tipo, però lo consideriamo “parte del pacchetto”. Anche noi adulti, se frequentiamo luoghi affollati possiamo facilmente tornare a casa con qualche malanno. Questa è la vita, non possiamo metterci al riparo da tutto.
L’elenco è lungo, ma qui mi fermo. La cosa bella è che a tutto si può trovare una soluzione.
Se, invece, avete un cane “ubbidiente”, quando potete, prendetevi del tempo e andate con lui per boschi o in aperta campagna, sganciate il guinzaglio e godetevi insieme la piena libertà e il contatto con la natura. Magari, sedetevi in un prato e state ad oziare, per imparare a rallentare e a godervi il presente. Questo vi farà sentire più vicini e farà stare bene entrambi, perché non solo i nostri adorati cani, ma anche noi abbiamo tanto tanto bisogno di verde, di spazi aperti e di cieli immensi.
Lascio “la parola” al video che segue: vi spiegherà meglio di quanto abbia fatto io.
“Mio nome: Woody.
Miei anni: quasi tre.
Mia razza: Basenji
Woody: sa perché Padrona: dice sempre quando persone: chiedono.
Ma che bel cane, come si chiama? Woody.
Ma che bel cane, quanti anni ha? Quasi tre.
Ma che bel cane, di che razza è? Basenji.
Ma che bel cane: eccomi, proprio me!
……
A volte succede che Padrona: esce, e Woody: rimane da solo insieme a calzino di Padrona (in bocca) oppure insieme a Vicina Di Casa Signora Ornella (non in bocca, tranne spiacevole incidente chiamato: Morso Di Polpaccio). Allora Woody: sta seduto davanti a porta. Non interessa più cibo, neanche giochi, neanche carezze. Solo: fissare porta e aspettare. E alla fine Padrona: torna sempre. Ancora prima di sentire sua voce, Woody: allunga muso e alza orecchie. C’è in aria qualcosa di diverso, qualcosa che dice: ecco, Padrona sta tornando, e infatti Padrona: apre porta e con braccia spalancate dice: Come sta il mio tesoro, come sta?, e allora Woody: scatta in piedi, e corre, corre, corre, e agita sedere sveltissimo, e fa cerchi intorno a Padrona, esalta dentro sue braccia, e, allacciati stretti come guinzaglio, Woody e Padrona: rotolano su pavimento per: gioia grande di stare ancora insieme. Rotolano, rotolano, rotolano, senza fare attenzione a pianta di ingresso che cade per terra, e quando Mamma Di Padrona Signora Luisa: viene a fare visita, ogni volta dice: Ma com’è che questo Ficus lo vedo sempre più storto, non è che gli dai troppa acqua?
…………. “
Tratto da “Woody” di Federico Baccomo – Ed. Giunti
Federico Baccomo racconta la storia di Woody e della sua amatissima Padrona, anzi, per l’esattezza lascia che sia Woody stesso a raccontarla: ne esce un libro deliziosamente sgrammaticato, pieno di energia e di pensieri nitidi come solo un cane può avere. Woody, con la sua semplicità, parla di temi difficili e importanti, riuscendo a farti ridere, indignare, a commuoverti e quando arrivi all’ultima pagina ti viene in mente un solo aggettivo: bellissimo!
La pioggia non uccide i cani!
21 Marzo 2018Buongiorno a tutti!
Leggendo qua e là, sul Web, mi imbatto spessissimo in notizie tristi e in dosi tossiche di pessimismo cosmico, quindi io e Piero abbiamo deciso di raccontarvi qualcosa che porti una ventata di ottimismo.
Oggi infatti, dopo mesi di accurati studi, siamo in grado di darvi una splendida notizia: quando piove i cani possono passeggiare sotto la pioggia! Alcuni addirittura senza impermeabile.
Davvero!
Soprattutto, dopo infiniti test, abbiamo scoperto che stando sotto la pioggia i cani:
- non si restringono
- non si sciolgono
- non muoiono
Tutt’al più si stropicciano un pochettino, ma opportunamente spazzolati tornano alla forma originaria.
Pensiamo, ma dobbiamo ancora fare altri accertamenti, che l’acqua piovana, più pura di quella dell’acquedotto, tolga la polvere al manto del cane con delicatezza e che dia modo all’animale di pulirsi bene anche le zampe senza lo stress generato da vasche e vaschette per il bagno. Fortunatissimi poi i cani che possono imbrattarsi zampe e muso nel fango di cui si conoscono le virtù terapeutiche fin dall’antichità.
Comunque, ci basta già sapere che i cani possono uscire di casa anche quando piove e sopravvivere!
Dunque, non abbiate più alcun timore e portate a spasso i vostri beniamini anche nei giorni di pioggia; anche perché abbiamo il fondato sospetto che i bisognini scappino loro anche nei giorni uggiosi e che la noia li attanagli come quando non piove.
A riprova di quanto sosteniamo, vogliamo proporvi un brevissimo video nel quale potrete vedere tre cani che giocano sotto la pioggia: non solo non stanno soffrendo, ma si divertano anche!
Prima di mostrarvi il video, ci teniamo a precisare che non sono state usate lontre o nutrie camuffate da cani; si tratta di cani VERI.
Piero, come saprete se avete letto l’articolo “Piero, la pioggia e i ricordi”, non ama particolarmente l’acqua sulla pelliccia: secondo lui l’acqua sta bene solo nella ciotola e nelle adorate pozzanghere, che sono soltanto un modello più grande di ciotola; nonostante lo scarso amore per la pioggia, ha voluto posare in alcune foto per avvalorare la scoperta che abbiamo appena condiviso con voi e che rivoluzionerà la vita di molti cani.Vediamole insieme.
In questa prima immagine il nostro Piero sembra che guardi con orrore la sparizione del suo fondoschiena ad opera della pioggia: niente paura, guardate la prossima fotografia.
Qui, potete vedere il nostro modello, tutto intero, sempre sotto la pioggia e con le zampe in una pozzanghera mentre pratica la fangoterapia; il pelo bagnato lo fa sembrare vagamente un chewingum masticato, ma sorride e gode di ottima salute.
La pioggia continua a scendere dal cielo, ma il nostro Piero riesce anche ad amoreggiare con una splendida saluki.
Come avete visto, questo umido fenomeno atmosferico non ha impedito al nostro modello di godersi la sua uscita mattuttina.
Sono certa, però, che i più scettici diranno: “Va bene, va bene… Ma è riuscito a tornare a casa sano e salvo?”
Ebbene sì! Ecco la prova:
Avvolto in un morbido asciugamano che evita pozze d’acqua in tutta la casa, Piero viene asciugato con godurioso massaggio rotatorio.
Sotto, lo possiamo vedere sereno ed appagato che dorme sul suo cuscino preferito: me.
Aggiungiamo altra fotografia che lo ritrae durante il riposo per provare che sta bene: vedete che ha gli occhi aperti?
Ci fermiamo per non annoiarvi.
Speriamo di essere stati di aiuto e conforto a tutti coloro che temono la prematura scomparsa del loro amato cane qualora dovesse uscire sotto la pioggia: non abbiate paura e portate fuori ‘ste povere bestiole!
Buona pioggia a tutti!
La settimana scorsa. Mattina, tempo di risvegli, di coccole, di amore che scorre a fiumi e della prima, splendida passeggiata che avrei fatto con Lei. Io & Lei: love.
Ero allegro e non vedevo l’ora di uscire, anzi, andai a mordicchiare la borsa dei miei giochi e la trascinai in mezzo alla stanza così che Lei non si dimenticasse di portarla.
Ehi, ragazza, perchè così lenta? Saltellai felice e mi strusciai sulle sue gambe perché Lei mi “pastrugnasse” la ciccia e la pelliccia, ma calò su di me una mano fiacca che mi concesse solo due grattatine.
Mmmh… Suvvia cara, è l’ora del grattino, remember? Mattino, grattino … Sfoderai il mio sorriso migliore, mi sedetti e sollecitai la smemorata con colpetti della zampa, ma Lei mi guardò un po’ imbambolata, mi diede una carezza sul petto e stop.
Cosa stava succedendo? Dov’era la gioia del ritrovarci dopo la lunga notte? Dov’era la mia solerte schiava che al mattino mi grattava e mi coccolava? Chi aveva rapito la mia Lei e l’aveva sostituita con uno zombie dagli occhi pesti che la facevano sembrare un panda?
Annusai per benino il Panda e mi sembrò che ci fosse qualcosa di diverso … Infatti estrasse un tubicino di vetro da sotto l’ascella ed asclamò: “ Temperatura 38,5? Nooo!”
Lei sospirò, mi guardò un po’ sconsolata, si vestì e uscimmo. Sì, Lei mi porta fuori sempre e comunque; per non farlo dovrebbe essere in ospedale, legata e sotto anestesia totale. Il nostro giretto, a dire il vero, sembrava più una processione funebre data la velocità con cui ci muovevamo … un anziano con deambulatore ci avrebbe superato di brutto, ma capii che quel giorno sarebbe andata così, quindi mi sfogai facendo un po’ il bastardo con i piccioni.
Ci vollero quattro giorni, ma tutto tornò a posto e le nostre uscite ripresero con tempi e ritmi ragionevoli! Evviva!
Tre giorni fa. Mentre monto pigramente la guardia, suonano al campanello.
Lei apre e sulla porta c’è un uomo: mi avvicino cautamente, lo annuso, scodinzolo con scarsa convinzione e lo squadro per bene perché nel retro della nuca mi tintinna un campanellino d’allarme.
L’uomo mi chiama per nome , si accuccia, mi allunga un bocconcino prelibato e fa il simpaticone: cazzo, un dog sitter!
Alzo i tacchi, sprofondo nella mia cuccia e fingo di cadere in un sonno eterno.
Lei prepara un caffè al losco figuro e, intanto, gli parla di me. No, ma fai pure come se non fossi qui e non capissi che state tramando alle mie spalle. Tanto di dog sitter ne ho già fatti fuori un paio perché non sopporto chi mi porta via da Lei. Niente di cruento, semplicemente li ho esasperati con la mia mancanza di collaborazione e con i più coriacei ho sfoderato l’arma segreta: “il POTERE del MACIGNO”; si tratta di una dote innata: se non voglio spostarmi, sono in grado di centuplicare il mio peso fino a diventare un macigno, appunto. Per spostarmi ci vorrebbe Obelix!
D’altra parte, se un povero cane viene obbligato a uscire con un estraneo, secondo me non si dovrebbe chiamarla passeggiata, ma rapimento!
Il gonzo sorseggia il suo caffè e mi sorride affabile: vorrei scacciarlo, ma mi vengono in mente le parole di Al Pacino ne Il padrino: “Non odiare mai il tuo nemico: ti offusca la mente”. Devo restare lucido.
Renzo, questo il nome del rapitore di cani, si avvicina; mi aspetto le solite insopportabili carezze sulla testa e mi preparo a spostarmi infastidito, ma lui mi sorprende con una mossa che non mi aspettavo: mi si siede accanto e NON mi tocca.
Bravo picciotto, il rrrispetto prima di tutto! Quindi, o questo Renzo o sa il fatto suo oppure LEI ha fatto la spia su come ci si deve comportare con me … buona la seconda!
Renzo estrae dalla giacca un giochino e me lo agita davanti al muso; è un giochino orrendo e io rispondo con il sonno eterno. Allora si alza, prende un tiramolla e mi invita a condividere. Fatico a non farmi coinvolgere perché, diciamocelo, un tira e molla ha sempre il suo fascino, ma anche stavolta replico con il sonno eterno. Il subdolo non desiste e gioca il jolly: prende una pallina con corda, ma non una pallina qualsiasi, una di marca, una Gappay! Sleale lui, palesemente spiona Lei; attratto come una falena dalla luce, inizio a giocare. Mi sto iniziando a divertire, ma quando realizzo che all’altro capo del cordino c’è una brutta mano pelosa, sputo la palla e mi allontano; mi sdraio, sospiro e lo guardo con gli occhi pieni di indifferenza. Il brav’uomo, invece, è convinto che siamo diventati amiconi e dopo tutta questa manfrina, finalmente se ne va. Amen!
Oggi. Suona il campanello, Lei apre e rieccoti Renzo. Ma che diamine, devi sempre venire qui? Non ce l’hai una casa tua? Lui, sempre convinto di avermi conquistato, mi saluta e mi mette il guinzaglio. Grossissimo errore! Per palesare il fraintendimento e illuminarlo sul fatto che non lo sopporto ho solo un modo: “Potere del Macigno a meeee!” Ora sono i-n-a-m-o-v-i-b-i-l-e. Tiè!
Il povero Renzo tenta di farmi spostare usando palline, bocconcini, tirando un po’ il guinzaglio, ma io sono ancorato al suolo. Allora, decide di lasciarmi stare ed esce di casa. Cavoli ha desistito in fretta! Lo facevo più tenace. Sto per aggiungere un’altra tacca al mio collare (terzo dog sitter fatto fuori), quando lui ricompare con l’auto, scende, apre il portello del bagagliaio e mi invita a salire. Incapace di trattenermi, perché a me l’auto fa lo stesso effetto della pallina di cui sopra, mi fiondo in auto, lui chiude il portello e Lei mi fa ciao con la mano; mentre l’auto si allontana guardo Lei con gli occhi socchiusi e carichi di accusa:“Spiona!”
Vabbè, ormai mi hanno fregato. Renzo e io stiamo in giro un’oretta; all’inizio mi diverto come davanti a un cartone dei Teletubbies e poi mi rassegno. Il posto è bello, Renzo non molto, ma la vita non è tutta in discesa.
Il dog sitter mi riporta finalmente a casa e, qua, volo tra le braccia della mia Lei come se fossi sopravvissuto al viaggio sul Titanic … Cara, cara, cara! Ti perdono per la carognata che mi hai fatto e ti amo ancora! Dai, manda via Coso e stiamocene un po’ soli io e te!
Lei ride e saluta Renzo con un “ Grazie. Ciao. Ci vediamo giovedì”
Come giovedì? Non penserai di trasformarti ancora in un Panda, vero?? E allora perché lo fai venire di nuovo quello là? Aaaah! Ci risiamo. Vuoi che io abbia altre persone con cui sentirmi a mio agio, che mi aiutino a superare le mie diffidenze e aiutino te a tagliare il cordone ombelicale che ci lega; questo contribuirà alla mia crescita personale e supporterà te in caso di malattia o improvvisa assenza. Chiaro. Giustissimo. Comprendo. Maaaa … dato che non sono d’accordo: terza tacca in arrivooooo!
Ahahahahahahahahahahah!
Il pensiero di Piero
Amici! Come avete visto, non sono un tipo facile. Le persone mi piacciono, ma sono un cane diffidente e non mi metto nelle mani di chiunque; inoltre, sono adulto e non mi faccio incantare da due crocchette e qualche giochino: al mio fianco pretendo una persona di cui mi fido. Certamente non tutti i cani sono come me, ma ce ne sono molti che hanno bisogno di tempo per fidarsi di una nuova guida. Noi cani, non siamo pacchi postali che possono essere portati di qua e di là dal primo arrivato.
Ecco perché è importante come scegliete chi deve portare a spasso il vostro compagno a quattro zampe.
Innanzitutto è importante che ami i cani e non faccia il dog sitter solo per soldi: chi ama il suo lavoro, lo svolge indubbiamente meglio di chi lo fa senza passione! Quando vado in giro vedo un po’ di tutto: dog sitter seduti in area cani con il cane sdraiato che si ammazza di noia; cameriere che, in pausa pranzo, portano a spasso il cagnolino della famiglia in cui lavorano, ma si fermano a chiacchierare (e ne hanno ben il diritto!) con le amiche mentre il cane sta seduto tutto il tempo.
In secondo luogo, è FONDAMENTALE CHE ABBIA DELLE COMPETENZE! Chiunque può decidere di voler portare a spasso il cane degli altri, ma deve sapere cosa sta facendo. Deve conoscere le abitudini del cane, le sue paure e i suoi bisogni. Deve sapere modulare la passeggiata osservando il cane e quindi saper scegliere cosa privilegiare, se la camminata, il gioco, l’interazione con i conspecifici o altro.
Inoltre, il dog sitter:
- deve saper “leggere” il cane: posture, espressioni del muso, vocalizzi per evitare spiacevoli incidenti con altri cani o, addirittura, con le persone.
- finché non conosce bene il cane, deve rispettare le indicazioni che vengono date dal proprietario e, col tempo, modificare ciò che ritiene necessario in accordo con il padrone del cane.
- deve instaurare un rapporto con il cane che porta a spasso, anche se si tratta di un cagnolone giuggiolone che adora tutto e tutti e uscirebbe a spasso con chiunque.
- deve deve deve ….
Effettuate un accompagnamento graduale e non arrabbiatevi se il vostro quadrupede è inizialmente poco collaborativo! Ricordate che per alcuni cani è difficile accettare un conduttore diverso da quello abituale, quindi cercate persone pazienti e capaci, che aiutino il vostro cane a superare questa difficoltà.
Ci sarebbe molto da dire, ma, magari chiederò a Lei di scrivere qualcosa di più perché oggi è giovedì, arriverà Renzo e io devo andare a nascondermi dietro il divano per insegnare al mio dog sitter il gioco “Cerca Piero!”
Viva vida, amici!
Inizia l’anno col botto!
Ma anche no, grazie!
Alfredo Cattabiani, studioso di simboli e tradizioni, spiegava che a Capodanno fuochi e petardi non si accendono solo per salutare il nuovo anno: “i botti, assieme al disfarsi di mobili e stoviglie vecchie, hanno il significato di espulsione del vecchio anno con le sue negatività.” Si tratta di riti antichi, diffusi un po’ in tutto il mondo, che hanno questo significato di esorcismo contro demoni e spiriti maligni. Dunque, per tradizione, si sparava per far fuggire le streghe, per scacciare i demoni vaganti, per allontanare il maligno.
Ecco, va bene che le tradizioni sono dure a morire (e anche le superstizioni), ma siamo quasi nel 2018!
SE NON SIETE PICCOLE MENTI SOGGIOGATE DAL TERRORE DI DEMONI E STREGHE, POTRESTE TROVARE UN’ALTERNATIVA SENSATA A TUTTO IL CAOS CHE CREATE A CAPODANNO?
Volete chiudere con l’anno vecchio e iniziare bene quello nuovo? Compratevi il libro “Il magico potere del riordino” di Marie Kondo e vedrete che partirete alla grande.
Volete comunque, per precauzione, scacciare eventuali demoni? Spazzate la soglia di casa, spargetevi del sale, appendete cornetti e peperoncini e non dimenticate l’aglio contro i vampiri (non si sa mai)
Volete illuminare il cielo? Ci sono le bellissime lanterne volanti, magiche, biodegradabili e sicure.
Volete stupire i vostri bambini? Organizzate un Capodanno anche a misura loro, con giochi e tanta allegria: questo li stupirà tantissimo, rispetto alle solite feste “da grandi”.
Ma che lo scrivo a fà?
Tanto i convintissimi dei fuochi d’artificio e i “raudo-dipendenti”, imperverseranno anche quest’anno e i poveri padroni di infelici cani sensibili si ritroveranno con lo stesso problema: che fare?
Per il viaggio in Antartide o per i processi di desensibilizzazione siete in ritardo, quindi vediamo altre soluzioni:
- NON LASCIATE I CANI FUORI CASA! Non importa se avete delle regole ferree sul fatto di non far entrare il cane in casa: superatevi e fate una strappo alla regola perché i rischi di fuga sono altissimi!
- Quando li portate a spasso, non sganciate MAI il guinzaglio, nemmeno nelle aree cani. Non importa se mancano ore allo scoccare della mezzanotte perché, purtroppo, i ragazzini iniziano con largo anticipo a far scoppiare raudi e petardi
- Uscite con il vostro cane a metà pomeriggio per fare una lunga passeggiata gratificante o dedicategli una corposa sessione di gioco e spostate l’uscita successiva al termine degli scoppi
- Per attutire il rumore dei botti che proviene dall’esterno: chiudete finestre, abbassate le tapparelle, accendete radio o televisione e tenete il volume alto
- Allestite una “Tana”. Avete fatto caso a come molti cani spaventati cerchino dei posti protetti e bui per rifugiarsi? Ci sono tanti modi per creare una tana. A Piero, metto la cuccia sotto un tavolo, poi sopra il tavolo metto un telo che scende fino a terra, sui quattro lati. Il caro vecchio Spino, invece, si rifugiava nell’armadio dei cappotti e solo lì smetteva di tremare. Una cana amica di Piero si mette sul divano, sotto una coperta e lascia fuori solo il tartufo.
- Cercate di sdrammatizzare; il cane sente tutto quello che sentite voi e la vostra ansia o la rabbia che provate verso i “dinamitardi” non lo aiutano certo. Mantenete la calma: il leader non perde MAI il controllo! State vicini ai vostri cani con parole gentile e poche carezze: se esagerate nel volerli confortare, rischiate di preoccuparli di più.
- PROIBITO dare al cane qualsiasi farmaco che non sia stato consigliato dal vostro veterinario! Potrebbero esserci conseguenze gravi.
- Mettetegli una THUNDERSHIRT. Questa è una pettorina che esercita una pressione dolce e costante sul corpo del cane e in particolare sul torace, generando un effetto calmante sul suo sistema nervoso.
- Leggetegli un libro! Perché no? Se siete lettori, anziché leggere in silenzio, leggete il vostro libro a voce alta. Il vostro cane non capirà la trama, ma sarà confortato dalla vostra voce
- Provate a prendere il diffusore o il collare ADAPTIL (previa telefonatina al vostro veterinario). Adaptil rilascia “feromomi appaganti” che tranquillizzano il cane e lo aiutano a controllare la paura.
Mi auguro che questi piccoli consigli vi possano aiutare, in attesa che come a Monza, Sondrio, Cremona, anche a Brescia venga emessa una civilissima ordinanza “anti botti”.
Prato ricco mi ci ficco, ovvero Guarda un po’ come mi spalmo sul prato!
Anche Piero ama questo “sport” e lo pratica con gioia a ogni uscita.
Grazie al suo pelo lungo e riccio, che svolge un effetto inglobante, l’amato cane riesce a raccogliere una quantità di oggetti degni di un rigattiere…
Oggi, per esempio, pettinando la sua pelliccia ho trovato: una varietà di vegetali degna di un erbario, mezzo biglietto della metropolitana, due rametti, un leccalecca usato, un tappo di birra, un bambino di nome Luca prontamente restituito alla madre.
E l’odore? Aaaaah, il mio Arbre Magique ambulante sfoggia ogni giorno una profumazione diversa, dal penetrante Sottobosco in decomposizione, alla fragranza Fango di pozzanghera; tali profumazioni sono a lento rilascio e aleggiano piacevolmente per ore in ingresso, dove Piero ama dormire.
Quella del “rotolamento” è un’attività canina che, per la gioia dei proprietari, non conosce stagioni.
Si possono individuare due tipologie di cani:
- quelli che amano rotolarsi in qualcosa di immondo (escrementi, animali morti e altre amenità), generalmente accompagnati da bipedi che oscillano dall’isteria alla rassegnazione e che hanno, credetemi, tutta la mia comprensione
- quelli che non si rotolano nelle puzze. In tal caso, l’adorato cagnolino in primavera/estate avrà sfumature verdognole e profumerà di erbe di stagione; in inverno, se ha nevicato, sarà fradicio con un vago odorino di doposci usati; in autunno si trasformerà in un gianduiotto di fango o nella versione canina del mostro della palude
Vediamo più nel dettaglio quali sono i motivi che spingono i cani a praticare questo “sport estremo”
- Mi camuffo
Il cane discende dal lupo e come suo cugino conserva gesti e atteggiamenti antichi. Il travestimento olfattivo permette al cane di nascondere il proprio odore ad eventuali avversari o prede, dandogli così un ottimo vantaggio competitivo.
- Mi profumo
Il cane ha un concetto di “profumo” decisamente diverso dal nostro: lui si sente più attraente se è coperto da odori naturali più o meno intensi. Ecco che allora, la cagnolina in estro o il maschio che vuole fare colpo sull’altro sesso cercheranno di profumarsi con un verme putrefatto o una carcassa di talpa, per risultare più affascinanti.
- Mi gratto
Il cane può sentire la necessità di grattarsi a causa della presenza di parassiti, oppure perché soffre di allergie o, ancora, perché nel periodo della muta ha molto sottopelo da togliere. In questi casi, il cane si gratterà anche in casa, quindi cercate di capire cosa gli crea prurito e aiutatelo a risolvere il problema (antiparassitari, una visita dal veterinario se sospettate un’allergia o semplicemente una bella spazzolata per aiutarlo a rimuovere il sottopelo)
- Mi rinfresco
Soprattutto in estate il cane cercherà refrigerio rotolandosi nell’erba fresca o addirittura nel fango, se ne trova! L’erba bagnata di rugiada, la brina e il fango sono anche fonte di refrigerio per i cani che soffrono di allergie e cercano un sollievo per la pelle.
- Mi pulisco
Il cane si rotola nel prato, nella neve, nell’erba coperta di brina e questa azione meccanica pulisce il pelo. Certo, il profumo che resta è quello di cane bagnato e non di shampoo, ma il cane apprezza e potreste, alla lunga, apprezzare anche voi.
- Marco il territorio/l’oggetto
Durante un’interessante chiacchierata con un “mostro” della cinofilia italiana, lui mi disse che, spesso, i cani si rotolano con dovizia sui prati per marcare il territorio e segnalare agli altri cani il loro passaggio in modo più esteso che non con urina o feci. In effetti ho visto alcuni cani, praticare lo sfregamento del muso e del collo, quindi poi di tutto il corpo non solo sul terreno, ma anche su nuovi giochi o altri oggetti con il chiaro intento di dire: “Questo è mioooooo e ci metto sopra l’etichetta con il mio nome!”
- Mi tolgo i brutti odori di dosso
Lo shampoo alla vaniglia è un brutto odore. Anche il guantino detergente al borotalco ha un brutto odore. E lo spray al muschio bianco? Ha un bruttissimo odore. Quindi il cane, appena può, cerca di levarsi di dosso questi brutti odori, coprendoli con qualcosa di più piacevole (per lui). Noi umani gridiamo all’orrore e lo laviamo di nuovo con vaniglie, fragoline di bosco, zucchero a velo, gelsomino e lui, più imbestialito che mai, torna a cercare di togliersi questi profumi lanciandosi a corpo morto dentro puzze sempre peggiori. Se si vuole uscirne, meglio lavare il cane con uno shampoo neutro senza profumazioni così da non istigarlo a delinquere.
- Mi trastullo
Il cane che si rotola nell’erba, nel fango, nelle puzze, nella neve vive un momento bellissimo ed estremamente godurioso! Sono cani e non stanno a curarsi del fatto che si potrebbero macchiare la pelliccia! L’avete vista l’aria beata, quasi estatica, di un cane intento a rotolarsi? Eccola:
Cosa volete dire a uno che ha questa espressione dipinta sul muso?
Niente!
Gira la chiave nella toppa.
E’ Lei, lo so. Prima ho sentito il motore della sua auto, dopo la cadenza dei suoi passi, poi il suo odore. E prima di tutto questo, che ci crediate o no, ho sentito il suo pensiero che mi accarezzava e ho capito che stava per arrivare.
Eccomi! Sono davanti alla porta, pronto a baci, salti (che mi sono concessi solo con Lei), giravolte di pazza felicità, squittii ( Bhé? Quando sono felice mi vengono gli squittii! Allora??!). Eccomi, desideroso di sentire le sue mani che mi accarezzano e mi fanno i grattini dietro le orecchie mentre la sua voce gentile mi dice: “Ciao!” ma a me sembra che dica: “Amoremioinfinitotiadoroemiseimancatodamorireenontilasceròmaipiù” .
Finalmente la porta si apre e…… certo, è Lei, ma ha appesi alle mani circa 300 sacchetti della spesa che mi impediscono di avvicinarmi come vorrei. Lei mi dice: “Ciao” ma sembra che dica “Ciaocane chenedicidilevartidaipiedicosìscaricoquestarobachepesaunacifra?”.
Mi sposto un filino offeso e la guardo come uno che sta partendo per una missione senza ritorno. Lei alza gli occhi al cielo, scarica i sacchetti e mi dice: “Vieni qua, ciccio!”
Siiiiiiiiiiiiiiiiiiiii! Quando mi chiama “ciccio” significa che è colpita e affondata! Mi coccolerà tantissimo, yuppiiiii!
Finito lo scambio di svenevolezze, mi chiedo il perché di una spesa così corposa e la risposta arriva da sola: ospiti! Mi avvicino ai sacchetti e ci affondo il muso per capire cosa è stato acquistato. Meraviglia! Ci sono i coni gelato! Questo può voler dire solo una cosa: bambini! Bambini uguale pioggia di cibo proibito per meeeeee! Che splendida giornata è diventata questa.
Arriva la sera e arrivano gli ospiti. Io saluto tutti con guaiti e danza del ventre, felice di avere gente a casa; mi piacciono le persone e mi piace l’atmosfera di gioia che si crea quando arrivano tanti amici. Li saluto uno ad uno e…no! Non posso credere di avere tutto ‘sto culo, pardon, ‘sta fortuna! C’è la piccola Camilla! Camilla mangia solo e unicamente pizza. O meglio, finge di mangiarla e invece la da a me! Piccola, adorata, stupenda e meravigliosa Camilluccia. Mi vengono subito gli occhi a cuore e la salivazione del cane di Pavlov.
Accetto con pazienza le lungaggini dell’aperitivo e poi, finalmente, tutti a tavola. Io mi metto vicino al tavolo dei bambini: se dovesse arrivare qualche malintenzionato, ci penso io a difendere loro e il loro cibo! Come un paladino della giustizia, mi siedo impettito accanto a Camilluccia, così se le cade qualcosa, che so, un pezzo di pizza, glielo posso restituire… magari non tutto … Che cane premuroso.
Mannaggia, Lei ha già capito le mie intenzioni e mi guarda con gli occhi socchiusi, carichi di minaccia; eccola che viene al tavolo e dice ai bambini: “Mi raccomando, non date niente a Piero, altrimenti poi sta male. Vi lascio qua dei bocconcini che può mangiare. Usate solo questi, eh?”
Ahahahahahah! Ingenua! Io mangerò quelli e anche tutto il resto! Ahahahahahah!
Camilla mi guarda e io mi avvicino scodinzolante. Ride e mi allunga un … una carota! Via bambina, non scherziamo. La bimba ride ancora più forte e mi dà un pezzettino di pizza. Gnam! Poi si perde in chiacchiere, allora le do una leccatina gentile sul braccio per ricordarle che io sono la sua priorità. Camilla si diverte un mondo e allunga un boccone di pizza. Brava! Colpetto con il naso, pizza. Bacetto sull’orecchio, pizza. Do la zampa, pizza. Inclino la testa pizza. Alla fine, ‘sta pizza me la sono mangiata quasi tutta, escluse le croste che, ovviamente, ho preso in bocca, sbavazzato e poi sputato sul tappeto, così poi le pesteranno e si incolleranno per bene.
Ehi, bambina, già che ci sei allungami anche i biscottini che Lei ha messo sul tavolo, sì, brava quelli che sto indicando con i colpetti del naso. Gnam.
Satollo e felice me ne vado a dormire.
E’ notte fonda e sogno una pizza zannuta che mi insegue. Mi fa male la pancia e, ogni tanto, mi sveglio perché sento dei rumori proprio vicino al mio fondoschiena . Peetz! Cielo! Cosa sarà? Mi inquietano questi rumori. Annuso l’aria e la stanza è satura di gas mortale: certo che potreste aprire un po’ le finestre che c’è una puzza qui! Peeetz! Ancora….
Mi alzo e bevo. Mi accuccio e tento di dormire. Nella pancia ho una festa di criceti . Mi alzo, cammino. Mi sdraio. Mi alzo.
Lei , che è collegata a me da un filo invisibile, pur nel sonno percepisce la mia inquietudine e si sveglia. Cioè, mi piacerebbe fosse così, in realtà con tutto il mio andirivieni ho fatto un tale casino che credo di aver svegliato anche i Lapponi.
Io la guardo imbambolato e inizio a respirare affannosamente come una partoriente. E sbavo, mamma quanto sbavo.
Mi aspetto amore e comprensione, ma Lei mi guarda con occhi assassini e mi dice:”Hai mangiato la pizza, veeeeero?”
Vero.
“Sai che non devi mangiarla, veeeeero?”
Vero.
“Sai che se mangi schifezze poi stai male, veeeeero?”
Vero. Adesso che abbiamo scoperto di essere d’accordo su tutto che ne dici di portarmi fuori?
Lei si veste dicendo parole poco adatte a una signora.
Oddioooo i criceti nella pancia hanno iniziato a cantare “Brigitte Bardot, Bardot – Brigitte beijou, beijou” facendo il trenino…. sono alla fine!
Usciamo precipitosamente e dopo qualche passo Lei mi guarda e mi dice: “Mbhé?”
Mbhè cosa, scusa?
“La fai o no?”
Lo sai che io riesco a farla solo sui praticelli con l’erbetta corta corta e fitta fitta.
Posso stare male malissimo, ma sul marciapiedi non la farò mai! Solo sui praticelli … io ho le mie regole!
Lei pronuncia parole che non si trovano sul vocabolario e si avvia verso il parchetto. Arrivati annuso un po’ e finalmente libero i “criceti”! Mi sento un altro.
Lei spera sia tutto a posto, poi mi vede fare la tipica corsetta saltellata del cane che ha fretta di trovare un posticino per scaricarsi e, rassegnata, inizia ad aprire il secondo sacchettino di raccolta.
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Dieci corsette saltellate dopo, ho davvero terminato. Lei ha finito la scorta di sacchettini di un intero mese e, credo, anche la capacità di rimanere ancora sveglia.
Torniamo a casa. Sono le 3.00 e tutto va bene.
Mi acciambello sulla cuccia e sorrido, in pace con il mondo. Poi vedo Lei che mi guarda con una strana luce negli occhi e nella mia mente si apre una finestra sul futuro: pranzo e cena a base di zuppa di carote e colazione e merenda a base di fermenti lattici …
Noooooooooooooooo!
IL PENSIERO DI PIERO
Amici! Dura la vita. Un povero cane non può mangiare in santa pace qualche schifezza senza pagarla cara. Io davvero non so come voi umani riusciate a digerire i vostri piatti succulenti senza patire le pene dell’inferno. Forse, noi cani non digeriamo i vostri cibi perché la natura ci ha fatto diversi da voi: la nostra saliva con contiene enzimi digestivi ed il nostro stomaco è più grande del vostro e secerne succhi gastrici molto più potenti , così che possiamo digerire cartilagini e ossi. Anche il nostro intestino è diverso, più corto come quello di tutti i carnivori. Insomma, pasta, lasagne, prosciutti vari, carni piene di intingoli, dolci e molto altro ancora per noi sono tossici! Non stupitevi se, nutrendoci così, ci viene una dissenteria molto forte o addirittura una diarrea emorragica.
La convivenza con l’uomo ci ha resi onnivori, ma la carne deve essere sempre l’ingrediente principale della nostra dieta.
Potrete scegliere di farci mangiare cibi freschi, seguendo una dieta casalinga classica, o la dieta Barf o quella Paleo che rispettano la nostra natura, ma non potrete rifilarci gli avanzi della vostra tavola! Anche solo l’assaggio di un cibo non idoneo può alterare la permeabilità intestinale per molto tempo.
Oppure, potrete darci cibi industriali, già pronti, ma stando ben attenti alla loro composizione: evitate quelli pieni di cereali e di farine animali o sottoprodotti della carne. Se scegliete le crocchette, preferite quelle che hanno la carne come primo ingrediente, meglio ancora se hanno la dicitura “carni fresche all’origine”. Naturalmente qualità alta, prezzo un po’ più elevato, ma anche salute del cane meglio tutelata! Non è poco, eh!
Soprattutto, se usate cibo industriale, non fatevi assalire dai sensi di colpa che poi vi portano ad “allungare” all’amato cagnolino cibi saporiti, dicendo: “Poveriiiiino, mangia le crocchette, allora gli devo dare qualcosa di buono ogni tanto!”. Allora, o pensate che le crocchette vadano bene, o fate un piccolo sforzo e passate alla dieta casalinga; non potete pasticciare perché i continui cambi ci fanno male!
Io sono un cane fortunato perché Lei si preoccupa di farmi mangiare bene e ha il tempo di cucinare per me; in realtà, mentre cucina per sé, prepara anche per me…non è che la preparazione del mio cibo le costi un dispendio di energie e di tempo spaventosi!
Se desiderate qualche informazione in più, andate a dare un’occhiata al sito: www.tipresentoicroccantini.com, troverete notizie molto interessanti relative ai cibi adatti al cane.
Potete anche leggere “ Manuale di alimentazione naturale per il tuo cane” di Katya Cervio e Giovanni Lorenzi, Ed. Gribaudo. Lei dice che è un libro ricco di informazioni, di interviste ad esperti di nutrizione, di ricette deliziose e di spunti di riflessione.
Che dirvi ancora? W la pizzaaaaaaaaa!!!
No, eh?
Allora, viva vida, amici!