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Il mondo secondo Piero Vita insieme

Piero e il dog sitter

30 Gennaio 2018
Piero e il dog sitter

La settimana scorsa. Mattina, tempo di risvegli, di coccole, di amore che scorre a fiumi e della prima, splendida passeggiata che avrei fatto con Lei. Io & Lei: love.

Ero allegro e non vedevo l’ora di uscire, anzi, andai a mordicchiare la borsa dei miei giochi e la trascinai in mezzo alla stanza così che Lei non si dimenticasse di portarla.

Ehi, ragazza, perchè così lenta? Saltellai felice e mi strusciai sulle sue gambe perché Lei mi “pastrugnasse” la ciccia e la pelliccia, ma calò su di me una mano fiacca che mi concesse solo due grattatine.

Mmmh… Suvvia cara, è l’ora del grattino, remember? Mattino, grattino … Sfoderai il mio sorriso migliore, mi sedetti e sollecitai la smemorata con colpetti della zampa, ma Lei mi guardò un po’ imbambolata, mi diede una carezza sul petto e stop.

Cosa stava succedendo? Dov’era la gioia del ritrovarci dopo la lunga notte? Dov’era la mia solerte schiava che al mattino mi grattava e mi coccolava? Chi aveva rapito la mia Lei e l’aveva sostituita con uno zombie dagli occhi pesti che la facevano sembrare un panda?

Annusai per benino il Panda e mi sembrò che ci fosse qualcosa di diverso … Infatti estrasse un tubicino di vetro da sotto l’ascella ed asclamò: “ Temperatura 38,5? Nooo!”

Lei sospirò, mi guardò un po’ sconsolata, si vestì e uscimmo. Sì, Lei mi porta fuori sempre e comunque; per non farlo dovrebbe essere in ospedale, legata e sotto anestesia totale. Il nostro giretto, a dire il vero, sembrava più una processione funebre data la velocità con cui ci muovevamo … un anziano con deambulatore ci avrebbe superato di brutto, ma capii che quel giorno sarebbe andata così, quindi mi sfogai facendo un po’ il bastardo con i piccioni.

Ci vollero quattro giorni, ma tutto tornò a posto e le nostre uscite ripresero con tempi e ritmi ragionevoli! Evviva!

Tre giorni fa. Mentre monto pigramente la guardia, suonano al campanello.

Lei apre e sulla porta c’è un uomo: mi avvicino cautamente, lo annuso, scodinzolo con scarsa convinzione e lo squadro per bene perché nel retro della nuca mi tintinna un campanellino d’allarme.

L’uomo mi chiama per nome , si accuccia, mi allunga un bocconcino prelibato e fa il simpaticone: cazzo, un dog sitter!

Alzo i tacchi, sprofondo nella mia cuccia e fingo di cadere in un sonno eterno.

Lei prepara un caffè al losco figuro e, intanto, gli parla di me. No, ma fai pure come se non fossi qui e non capissi che state tramando alle mie spalle. Tanto di dog sitter ne ho già fatti fuori un paio perché non sopporto chi mi porta via da Lei. Niente di cruento, semplicemente li ho esasperati con la mia mancanza di collaborazione e con i più coriacei ho sfoderato l’arma segreta: “il POTERE del MACIGNO”; si tratta di una dote innata: se non voglio spostarmi, sono in grado di centuplicare il mio peso fino a diventare un macigno, appunto. Per spostarmi ci vorrebbe Obelix!

D’altra parte, se un povero cane viene obbligato a uscire con un estraneo, secondo me non si dovrebbe chiamarla passeggiata, ma rapimento!

Il gonzo sorseggia il suo caffè e mi sorride affabile: vorrei scacciarlo, ma mi vengono in mente le parole di Al Pacino ne Il padrino: “Non odiare mai il tuo nemico: ti offusca la mente”. Devo restare lucido.

Renzo, questo il nome del rapitore di cani, si avvicina; mi aspetto le solite insopportabili carezze sulla testa e mi preparo a spostarmi infastidito, ma lui mi sorprende con una mossa che non mi aspettavo: mi si siede accanto e NON mi tocca.

Bravo picciotto, il rrrispetto prima di tutto! Quindi, o questo Renzo o sa il fatto suo oppure LEI ha fatto la spia su come ci si deve comportare con me … buona la seconda!

Renzo estrae dalla giacca un giochino e me lo agita davanti al muso; è un giochino orrendo e io rispondo con il sonno eterno. Allora si alza, prende un tiramolla e mi invita a condividere. Fatico a non farmi coinvolgere perché, diciamocelo, un tira e molla ha sempre il suo fascino, ma anche stavolta replico con il sonno eterno. Il subdolo non desiste e gioca il jolly: prende una pallina con corda, ma non una pallina qualsiasi, una di marca, una Gappay! Sleale lui, palesemente spiona Lei; attratto come una falena dalla luce, inizio a giocare. Mi sto iniziando a divertire, ma quando realizzo che all’altro capo del cordino c’è una brutta mano pelosa, sputo la palla e mi allontano; mi sdraio, sospiro e lo guardo con gli occhi pieni di indifferenza. Il brav’uomo, invece, è convinto che siamo diventati amiconi e dopo tutta questa manfrina, finalmente se ne va. Amen!

Oggi. Suona il campanello, Lei apre e rieccoti Renzo. Ma che diamine, devi sempre venire qui? Non ce l’hai una casa tua? Lui, sempre convinto di avermi conquistato, mi saluta e mi mette il guinzaglio. Grossissimo errore! Per palesare il fraintendimento e illuminarlo sul fatto che non lo sopporto ho solo un modo: “Potere del Macigno a meeee!” Ora sono i-n-a-m-o-v-i-b-i-l-e. Tiè!

Il povero Renzo tenta di farmi spostare usando palline, bocconcini, tirando un po’ il guinzaglio, ma io sono ancorato al suolo. Allora, decide di lasciarmi stare ed esce di casa. Cavoli ha desistito in fretta! Lo facevo più tenace. Sto per aggiungere un’altra tacca al mio collare (terzo dog sitter fatto fuori), quando lui ricompare con l’auto, scende, apre il portello del bagagliaio e mi invita a salire. Incapace di trattenermi, perché a me l’auto fa lo stesso effetto della pallina di cui sopra, mi fiondo in auto, lui chiude il portello e Lei mi fa ciao con la mano; mentre l’auto si allontana guardo Lei con gli occhi socchiusi e carichi di accusa:“Spiona!”

Vabbè, ormai mi hanno fregato. Renzo e io stiamo in giro un’oretta; all’inizio mi diverto come davanti a un cartone dei Teletubbies e poi mi rassegno. Il posto è bello, Renzo non molto, ma la vita non è tutta in discesa.

Il dog sitter mi riporta finalmente a casa e, qua, volo tra le braccia della mia Lei come se fossi sopravvissuto al viaggio sul Titanic … Cara, cara, cara! Ti perdono per la carognata che mi hai fatto e ti amo ancora! Dai, manda via Coso e stiamocene un po’ soli io e te!

Lei ride e saluta Renzo con un “ Grazie. Ciao. Ci vediamo giovedì”

Come giovedì? Non penserai di trasformarti ancora in un Panda, vero?? E allora perché lo fai venire di nuovo quello là? Aaaah! Ci risiamo. Vuoi che io abbia altre persone con cui sentirmi a mio agio, che mi aiutino a superare le mie diffidenze e aiutino te a tagliare il cordone ombelicale che ci lega; questo contribuirà alla mia crescita personale e supporterà te in caso di malattia o improvvisa assenza. Chiaro. Giustissimo. Comprendo. Maaaa … dato che non sono d’accordo: terza tacca in arrivooooo!

Ahahahahahahahahahahah!

 

Il pensiero di Piero

Amici! Come avete visto, non sono un tipo facile. Le persone mi piacciono, ma sono un cane diffidente e non mi metto nelle mani di chiunque; inoltre, sono adulto e non mi faccio incantare da due crocchette e qualche giochino: al mio fianco pretendo una persona di cui mi fido. Certamente non tutti i cani sono come me, ma ce ne sono molti che hanno bisogno di tempo per fidarsi di una nuova guida. Noi cani, non siamo pacchi postali che possono essere portati di qua e di là dal primo arrivato.

Ecco perché è importante come scegliete chi deve portare a spasso il vostro compagno a quattro zampe.

Innanzitutto è importante che ami i cani e non faccia il dog sitter solo per soldi: chi ama il suo lavoro, lo svolge indubbiamente meglio di chi lo fa senza passione! Quando vado in giro vedo un po’ di tutto: dog sitter seduti in area cani con il cane sdraiato che si ammazza di noia; cameriere che, in pausa pranzo, portano a spasso il cagnolino della famiglia in cui lavorano, ma si fermano a chiacchierare (e ne hanno ben il diritto!) con le amiche mentre il cane sta seduto tutto il tempo.

In secondo luogo, è FONDAMENTALE CHE ABBIA DELLE COMPETENZE! Chiunque può decidere di voler portare a spasso il cane degli altri, ma deve sapere cosa sta facendo. Deve conoscere le abitudini del cane, le sue paure e i suoi bisogni. Deve sapere modulare la passeggiata osservando il cane e quindi saper scegliere cosa privilegiare, se la camminata, il gioco, l’interazione con i conspecifici o altro.

Inoltre, il dog sitter:

  • deve saper “leggere” il cane: posture, espressioni del muso, vocalizzi per evitare spiacevoli incidenti con altri cani o, addirittura, con le persone.
  • finché non conosce bene il cane, deve rispettare le indicazioni che vengono date dal proprietario e, col tempo, modificare ciò che ritiene necessario in accordo con il padrone del cane.
  • deve instaurare un rapporto con il cane che porta a spasso, anche se si tratta di un cagnolone giuggiolone che adora tutto e tutti e uscirebbe a spasso con chiunque.
  • deve deve deve ….

Effettuate un accompagnamento graduale e non arrabbiatevi se il vostro quadrupede è inizialmente poco collaborativo! Ricordate che per alcuni cani è difficile accettare un conduttore diverso da quello abituale, quindi cercate persone pazienti e capaci, che aiutino il vostro cane a superare questa difficoltà.

Ci sarebbe molto da dire, ma, magari chiederò a Lei di scrivere qualcosa di più perché oggi è giovedì, arriverà Renzo e io devo andare a nascondermi dietro il divano per insegnare al mio dog sitter il gioco “Cerca Piero!”

Viva vida, amici!

Il mondo secondo Piero Vita insieme

Piero e la convivenza forzata

3 Gennaio 2017
difficoltà di convivenza tra cani

Oggi risveglio normale.

Suona la sveglia, apro un occhio (quello con cui controllo che tutto sia come l’ho lasciato la sera prima), apro il secondo, caccio uno sbadiglio leonino e mi stiracchio come se non ci fosse un domani.

Oddio ho già fatto un sacco di cose … non sarò mica ipercinetico?

Lei si alza velocemente, canticchiando.

Canticchiando … mmmmmmmmmh!

Qui gatta ci cova … quando Lei si alza canticchiando succedono sempre cose strane .

La tengo d’occhio.

Lei mi dice “Ti ricordi cosa succede oggi?”

Parli con me? Gigantesco punto di domanda stampato sulla mia espressivissima fronte.

“Oggi arriverà Bacca”

Chiii? Strabuzzamento degli occhi, inclinazione della testa di lato (così le è subito chiaro che non so di cosa stia parlando), ma lei si sta preparando e non coglie la mia domanda.

Usciamo e dopo poco arriviamo davanti ad un cancello. Lei prende una chiave ed entriamo. Naso a terra, mi è subito chiaro chi siamo passati a prendere. Dopo poco Lei apre una porta e fa capolino la cagnolina che ultimamente incontravo spesso al parco, una simpatica, tutta moine e ciglioni da cerbiatta. E’ felicissima di vederci e, modestamente, posso anche capirla dati i miei 30 kg di fascino cotonato stile anni ’80.

Dopo una lunga e piacevole passeggiata, ci ritroviamo davanti a casa nostra.

Bene, ciao Bacca, è stato bello. Ci si vede.

Ma Bacca entra con noi.

Guardo Lei: cos’è ‘sta storia?

“Bacca, rimarrà con noi per qualche giorno”

Mi vengono gli occhi a piattino da caffè.

Qualche giorno???

Quantifica “qualche”, per favore …

“Saranno 20 splendidi giorni!”

Venti giorni? V-E-N-T-I- GIORNI? Ma…20 giorni così per dire un numero a caso o 20 giorni intesi come: 20 mattine + 20 pomeriggi + 20 sere + 20 notti????

“Pensa, 20 giorni di passeggiate e giocate e dormite con una simpaticissima amica!”

La mia mente vacilla…

Come ha potuto? Come ha potuto decidere di ospitare un altro cane e per ben 20 giorni?

Non lo sa quanto vive un cane???? Pochissimo! E il nostro pochissimo tempo insieme Lei lo spreca portandosi a casa un’estranea per 20 giorni!!!!!

Non ho parole……

E poi, che nome è Bacca? Fa pure rima con c…a!

Lo sapevo, lo sapevo … Lei stamattina stava canticchiando il mio REQUIEM!

Mi lascio cadere a terra in modo plateale, mi accoccolo a ciambella, con la testa fra le zampe, fingendo di dormire e sprofondo in un rancoroso silenzio; ogni tanto apro un occhietto e quando lei mi guarda lo richiudo subito e giro la testa sbuffando.

Brutta!

Lei capisce, si siede accanto a me e mi sorride in quel modo tutto suo, pieno di amore; apro l’occhietto, la vedo così e la mia microcoda inizia ad agitarsi felice … maledetta traditrice di una coda! Adesso non sono più credibile nella parte dell’offeso.

Eeeeeee va beneeeeeeeeeeee! Mi è già passata! Mi alzo, la bacio, grattini a bestia, risate e rotolamenti sul pavimento … ci amiamo tanto!

Lei mi dice “Dai, aiutiamo Bacca a sentirsi a casa”

Aiutiamola.

Vado da Bacca e le dico: “Lo vedi tutto questo? E’ TUTTO MIO” .

Fatto, aiutata.

Guardandomi bene intorno, noto che le cucce sono diventate due, una ha il mio odore e l’altra l’odore di Bacca e due sono anche le ciotole dell’acqua. Questo mi piace. Ovviamente mi sdraio subito sulla cuccia di Bacca e la guardo sornione. Lei non fa una piega, va sulla mia cuccia e si accomoda tranquilla.

Intrepida…

Bacca si alza, mi dà due bacini agli angoli della bocca e mi chiede: giochiamo? Certo cara! Gioco duro, con l’energia di un rugbista, ma lei mi tiene testa e ci divertiamo molto, mio malgrado.

Già, già.

Ehi, in strada passa un cane nemico, lo sentiamo e corriamo insieme, come un sol cane ad abbaiare alla porta.

Sì, beh, siamo abbastanza in sintonia, ma non ti allargare, troppo, Tacca, capito?

I giorni scorrono lieti. Vacca non è male e Lei è bravissima a non farmi mai sentire al secondo posto, ma io sono un tipo che digerisce lentamente le novità

Per esempio, ogni volta che, in passeggiata, passiamo davanti a casa di Lacca io mi fermo e guardo speranzoso prima Lei poi il cancello; dato che Lei mi guarda con sguardo neutro (la odio quando fa così), indico con maggiore precisione il cancello, dandogli dei colpetti col muso e poi Le lancio un nuovo lungo sguardo carico di speranza.

Ma Lei mi dice: “No, non lasciamo Bacca a casa. Facciamo giretto”

Riprendo la passeggiata con il vigore di un moribondo, ma, poi, Racchia mi dà i bacini e mi rabbonisco.

I 20 giorni passano e Bracca torna a casa sua!

Amen.

In casa c’è più silenzio … Un po’ mi manca la nostra cosca canina, ma in un piccolo angolo del mio cervello di cane geloso continuo a pensare che mi piace che Lei sia tutta mia, mi piace rilassarmi senza avere una che viene a svegliarmi leccandomi le orecchie, insomma mi piace essere single.

Comunque sia, questa esperienza mi ha arricchito, mi ha aiutato a crescere, ad essere un cane migliore, più maturo… Ma Bacca fa sempre rima con c…a!

 

Il pensiero di Piero

 Cari umani, voi la fate sempre facile. Molti di voi pensano che i cani siano sempre desiderosi di incontrare i loro simili, conoscerli e giocarci.

Ovviamente non è così. A molti non frega un baffo di incontrare nuovi “amichetti”; altri, invece, temono addirittura gli incontri con i conspecifici.

Voi siete sempre felici di incontrare qualsiasi umano? Socializzate subito con lui e lo trattate come un vecchio amico? Non credo! E, se lo fate, è perché non avete incontrato il signore che abita in montagna, vicino a noi … neanche San Francesco ce la farebbe ad interagire con lui senza usare un randello!

Se già gli incontri possono essere difficili, FIGURIAMOCI LA CONVIVENZA!

Far convivere due cani o portare un nuovo cane a casa non sempre è una sciocchezza … Per quanto il cane di casa sia socievole e giocherellone, il fatto di dover condividere, spazi, risorse e , soprattutto, l’affetto del proprio padrone potrebbe svelare tratti sconosciuti del suo carattere.

Bisogna che i due cani si incontrino, verificare la loro compatibilità, lasciare che si frequentino fuori casa e poi introdurre il nuovo cane in casa con cautela e grande rispetto nei confronti del cane che già abita in quella casa.

E anche così, non sempre va tutto liscio.

Insomma, usate tutte le rotelline del vostro splendido cervello per prendere certe decisioni o consultatevi con che può aiutarvi.

Soprattutto, non pensate di far adottare altri cani a Lei! Lei è MIAAAAAAA!

Viva vida amici!