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Il mondo secondo Piero

Il mondo secondo Piero Salute e benessere del cane

Piero e l’operazione

20 Febbraio 2024
veterinario

Le dico che non ho fame: mi avvicino svogliatamente alla ciotola, annuso, guardo di lato e me ne vado.

Lei è perplessa: “Impossibile che un cane come te, dall’appetito formidabile, non abbia fame… Potrei, forse, aver perso le mie doti di cuoca?

<< Mettere carne e verdure in vaporiera non fa esattamente di te una cuoca, ma, a parte questo, è proprio che adesso non ho appetito>> penso io.

Il suo sguardo indagatore mi segue a lungo, mentre le rotelle le girano in testa a tutta velocità… Mi sembra quasi di vedere il fumo uscire dalle sue orecchie!

Dopo un po’ andiamo al parchetto vicino a casa, ma, una volta là, mi rendo conto che non riesco più a muovermi; Lei non se ne accorge subito, pensa solo che io mi sia fermato un attimo.

“Ehi, Piero, cosa succede? Ah, guarda, c’è il tuo odiato Oreste…non gli dici, come al solito, che deve morire male?”

La guardo intensamente e, con gli occhi, le dico che oggi sono stanco e non mi va di abbaiare; vorrei camminare, ma non ce la faccio.>>

Lei capisce che qualcosa non va: “Ehi, oh, oh, dai, tranquillo, ti riporto io a casa!”

Con delicatezza, mi prende in braccio, dandomi del ciccione, ‘sta infame, e pian piano torniamo a casa.

“Piero, adesso andiamo di corsa dal veterinario!”

La parola v-e-t-e-r-i-n-a-r-i-o mi suona come qualcosa di familiarmente pericoloso, ma fatico a ragionare. Sono stanco.

Lei raccoglie cose a caso, in fretta e furia, chiama papu e mi mettono di peso in macchina, avvolto in una coperta.

Migola, il cane-bertuccia si rifiuta di stare a casa, fugge attraverso il cancellino e si pianta, proterva, davanti all’automobile:

<<Ahahahaha, brava ragazzina ribelle e cocciuta, stai crescendo bene! Sono fiero di te.>>

Viaggiamo in silenzio, ma i due lì davanti mi sembrano un po’ tesi…sarà per come guida lui, cioè malissimo.

Migola riccioli d’oro, invece, come il capitano di una nave che sta affondando, sta in piedi sulla mia schiena e guarda l’orizzonte…appena mi sentiró meglio gliela farò pagare!

Arriviamo dalla veterinaria che mi visita e dice che dobbiamo correre in un ospedale veterinario più attrezzato, perché la situazione è brutta.

“Quanto brutta?!?”

Molto brutta.

A Lei scappano delle lacrime, ma, trattiene l’emozione, mi guarda e mi dice “Va tutto bene, forza che andiamo!”

Io vorrei dirle che c’ha una faccia che non le crederebbe nemmeno sua mamma, donna buona e santa, ma sono stanco.

In quest’altro ospedale, una signora carina mi dice “Vieni Pierino che diamo un’occhiata e vediamo cosa sta succedendo”

<<Va bene, sei bellina, ma non t’allargare, eh?! Solo Lei mi può chiamare Pierino>>

Uhé, signorinacarina, che fai? Mi stai rasando la panza e il braccio? Noooooo, non rasatemi! Quando ricrescono i peli è una tragedia, mi prude tantissimo, divento rosa fluo e i miei amici mi chiamano Peppa (Pig).

Mentre penso agli impacchi di gel all’aloe che mi ritroverò sulla pancia per togliere il prurito e a come dovrò cercare di leccarmi di nascosto da Lei, sento delle parole: “Massa sulla milza, rottura, emorragia interna, anemia, operare subito, potrebbe non farcela…”

Smetto di pensare alla ricrescita del mio pelo selvaggio e guardo Lei: che fine hanno fatto le sue guance rosse? <<Mamma mia, ragazza, datti una truccatina perché sei bianca come un cencio… Prova a chiedere se hanno un grappino, perché mi sa che ti serve…>>

Lei si china su di me e mi dice “Pierino, adesso dovrai rimanere qui”

<<Come QUI?! Eeeeeh, no! Due volte mi hai lasciato da un veterinario e tutte e due le volte ci ho rimesso un pezzo: la prima volta un dente e la seconda ADDIRITTURA i gioiellini di famiglia! Portami subito fuori di qui!>>

Vorrei uscire, ma non riesco.

Lei è molto seria. Mi viene il sospetto che le cose non vadano benissimo…mi sento molto stanco e un pò smarrito…

Lei se ne accorge e mi guarda dritto negli occhi, mi accarezza, poi, con la grinta di una leonessa mi dice:” Adesso arriverà un momento difficile e io non potrò stare qui con te, fisicamente, ma ti starò comunque accanto. Ricordati che ti amo, ti amo, ti amo e ti sono immensamente grata per tutto quello che hai fatto per me. Sono fiera di te, sei il mio cane assolutamente perfetto e voglio che tu sappia che non ti lascerò solo ad affrontare tutto questo. Sappi che io ti aspetto, ti aspetto con tutta me stessa e spero di rivederti ancora. Se vorrai andare perché sai che il tuo tempo qua è finito, vai… Ma, se puoi, stai ancora un pò con me. Scegli tu.

Io ti aspetto!”

Non capisco bene, ma la vedo serena, determinata e la sua forza mi investe come un’onda calda che mi toglie, per un momento, questo freddo che mi avvolge…

Mi fanno entrare in una gabbia e Lei mi mette il suo maglione intorno al collo, come un abbraccio.

Nelle gabbie vicine ci sono un gatto silenzioso e due pastori tedeschi che si lamentano senza sosta ; mi verrebbe da far loro un discorso sulla dignità dei cani da pastore, ma la sfacciatella che prima mi ha chiamato Pierino si avvicina con un sorriso poco rassicurante, estrae una siringa e dopo un attimo è tutto buio.

Non so quanto tempo è passato, so solo che cerco di aprire gli occhi, ma mi sembra che li abbiano incollati…sarà stato uno scherzo di quel gatto bastardo della gabbia numero 3? Se scopro che è così, appena posso gli do una ripassata!

Dormo un po’, poi sento LA voce: è Lei, è qui! C’è anche il papu…la mia famiglia è con me…e, grazie Signore, la bertuccia è rimasta a casa: non ce la farei a sopportare la sua linguetta che mi saetta allegramente nelle narici!

Lei mi ha adagiato sulla mia coperta preferita e mi ha portato il mio maiale di peluche; pensano che così mi sentirò più a mio agio, dopo l’operazione, ma a me basta che Lei mi guardi per sentirmi a casa…

“Sei rimasto…” mi dice dolcemente

<<E dove dovevo andare? Non sei pronta a stare senza di me, né io a stare senza di te. Abbiamo bisogno di ancora un po’ di tempo, sì, ancora un pò…>>

Lei mi fa tenerezza, non vedo più la leonessa che mi ha dato coraggio, ma una bambina indifesa davanti al dolore, con gli occhi gonfi e rossi e il cuore che trabocca.

Si sdraia a terra e stiamo così, semplicemente vicini, per un tempo infinito.

Poi le dicono che deve andare, perché ho bisogno di riposare.

“Domani torno a prenderti”

<< Ti aspetto >>

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Piero e i buoni propositi

27 Aprile 2020
buoni propositi

DIALOGO SURREALE

 

Faccio spuntare la testa dalla porta del soggiorno per vedere dov’è LEI; eccola, sta leggendo, seduta sul divano. Credo sia il momento giusto per mostrarle il mio regalo!

Trotterello felice fino al divano.

-Ecco qua.

“Ecco qua” cosa, Piero?

-Ho terminato di scrivere la lista con i miei buoni propositi per il 2019: un regalo pensato per renderti felice!

Siamo al 27 APRILE 2020

-Di già??

Di già

-Ho avuto da fare e poi ho dovuto riflettere molto e noi cani non abbiamo un senso dl tempo come il vostro, va bene?! È un cavolo di regalo fantastico che ti faccio e tu stai a fare la pignola sulle date! Fai valere i propositi per il 2020, va bene? Adesso leggili!

Hahahaha. Hai ragione, Piero! Sono una brutta persona: fammi un po’ vedere

“Le mie buone intenzioni per il 2019 2020:

  1. Non cercherò la rissa con gli altri cani maschi (anche se odiosi e meritevoli di morte)
  2. Non farò la pipì sulla testa del bassotto Orlando, giurando che proprio non l’avevo visto
  3. Non minaccerò di morte l’omino del corriere Bartolini, ogni volta che viene a consegnare un pacco
  4. Non farò finta di avere il neurone spento, esibendo uno studiato sguardo vacuo, quando mi chiedi di fare qualcosa che non mi piace (siedi, terra, resta e così via)
  5. Non farò finta di avere problemi di udito, correndo via orecchie al vento, quando dici “Piero Vieni”
  6. Non porterò legnetti-trofeo in casa, riducendo il soggiorno peggio di una segheria
  7. Non farò fetide puzzette a tradimento mentre siamo vicini-vicini
  8. Non cercherò di uccidere la canna dell’acqua del nonno Giuseppe
  9. Non farò l’inamovibile macigno ogni volta che andiamo dal veterinario
  10. Mangerò come un cinghiale impazzito”

-Piero, questo elenco è fantastico! Ti adoro! Un super regalo, ma sai che ti amo anche così…così… così tamarro

-Sì, dai, adesso non fare la svenevole… Questi propositi li ho messi su carta per farteli vedere, ma io me li sono INDELEBILMENTE stampati nel cervello: saranno la mia stella polare per tutto il 2020! Per fortuna siamo già ad Aprile…

Bravo! Una domanda: “mangerò come un cinghiale impazzito” non è un tuo “must” 365 giorni all’anno? Cosa c’entra con i buoni propositi?

-Sì, beh, quello l’ho messo perché avevo bisogno di mantenere almeno una sana abitudine, in mezzo a tutti questi cambiamenti…

Ah, ecco! Sai, però che il tuo elenco ha un enorme punto debole? Hai formulato tutte frasi che iniziano con il “Non”; il cervello è impossibilitato a recepire il “non” all’inizio di una frase, perciò è come se non lo vedesse.

-Sono rimasto a “elenco”. Facendola più semplice?

Intendo dire che il tuo cervello considera tutta la frase come positiva. Per esempio, prendiamo il proposito numero 1: se tu dici “Non cercherò la rissa con gli altri cani maschi” il tuo cervello elimina il “non” e capisce: “CERCHERO’ la rissa con gli altri cani maschi”, quindi tu ti sei, involontariamente, programmato per lanciarti come un demonio contro ogni cane maschio che incontrerai.

-Chiarissimo! Accidenti, ore e ore passate a creare e a memorizzare l’elenco e ormai il mio meraviglioso cervello E’CONVINTO che quelle siano tutte cosa DA FARE e non da evitare!

Che disdetta; me ne dovrò fare una ragione…

No, dai, puoi sempre sistemarlo.

-Troppo tardi…farò PER SEMPRE tutto quello che c’è in elenco…

-Esagerato! Basta che tu scriva…Ehi, ti sto parlando, dove vai così di corsa?

-Vado dedicarmi al proposito numero OTTO!

No, Piero, vieni qui!

-NUMERO CINQUEEEEEEEE!!!!

Pierooooooooooo

Viva vida amici e Buon Anno a tutti! No, Buona Pasqua! Neanche?

Allora, buona giornata, dal numero 1 al numero10!

Il pensiero di Piero

 Ogni cane è fatto a modo suo. Genetica, esperienza, ambiente rendono ognuno di noi unico e irripetibile. Il cane perfetto o la vostra idea di cane perfetto, spesso, ci calza come un vestito stretto e scomodo; perché è un’idea, mentre noi siamo reali: carne, sangue, bavazza, idee, sentimenti, pulsioni, limiti…

Facciamo il possibile per piacervi, amarvi e compiacervi, ma, a volte, per quanto ci sforziamo, non ce la facciamo a essere il meraviglioso cane perfetto che vorreste; a volte dentro di noi, c’è una forza, che spinge ineluttabilmente e ci porta a esibire comportamenti sgraditi a voi, ma giusti e inevitabili per noi.

Io ammiro il cane che ha la forza e il coraggio di esprimere con tutto sé stesso quello che è, chiedendo che il rispetto sia il primo passo verso una reciproca comprensione e verso uno sforzo per migliorare.

Non tutti i cani nascono in situazioni idilliache, da genitori fantastici e vivono vite meravigliose: certi di noi hanno ombre che non si dissiperanno mai.

Ogni giorno, ogni santo giorno, anche io lotto contro le mie ombre, ma sono felice perché non sono solo, perché c’è LEI.

LEI che adesso, dopo aver buttato via la sua idea di cane perfetto, mi ascolta e mi capisce, mi sostiene nei miei giorni difficili e ride con me quando sto bene.

Io accetto i suoi limiti, LEI i miei e, come veri compagni, camminiamo insieme giorno dopo giorno.

Il pensiero di LEI

 È uguale al tuo, Piero.

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Piero e l’amore

21 Giugno 2019
Piero e l'amore

Quando il “naso” fa da Cupido

Ora della passeggiata.
Mi sento alla grande ed esco di casa pazzo di felicità, saltellando e mordicchiando il mio gioco preferito; quando mi dicono “giretto”, sembro sempre uno appena liberato da una lunga prigionia anche se sono già uscito 10 minuti prima.
Arrivo al parco e lancio un lungo sguardo intorno a me: vediamo un po’ come comincia la… Ma, un momento… Il mio magico tartufo manda ai miei 300.000.000 di recettori olfattivi un odore paradisiaco: da dove arriva?
Attivo il teleolfatto (il cane inala le particelle sospese nell’aria, ndr) e scansiono i dati; la testa gira come un periscopio e poi vedo la cagnolina più bella del mondo: tronco da betoniera, zampa 12, leggero prognatismo e pelliccia da nutria…una dea!!! Il cuore inizia a battermi più forte …Forse sono già innamorato. Togliamo il forse.
Do uno strattone al guinzaglio e galoppo, con la precisione di un missile teleguidato, verso l’area cani; Lei, non so come, riesce a correre con me e a lanciarmi contemporaneamente tonnellate di maledizioni… ha buon fiato la ragazza!
Freno facendo una nuvola di polvere e mi piazzo davanti al cancellino di ingresso.
“Area cani? Veramente tu mi hai allungato il braccio di mezzo metro e fatto quasi schiantare contro tutti gli alberi del parco per entrare in area cani? E da quando ti piace l’area cani?”
Sei pignola e non ti rispondo nemmeno. Ecco vedi? Sto grattando con insistenza l’ingresso con la zampa. Linguaggio non verbale: apri – apri – apri!
Lei è perplessa, poi si rivolge alla signora dentro l’area: “Mi scusi, sono con un cane maschio, intero, posso entrare?”
La signora dice sì… Meno male, altrimenti mi toccava fare qualcosa di avventato, tipo scavalcare o frignare senza ritegno.
Ecco il mio amore! Mi avvicino bello come il sole, ciuffo al vento, passo plastico ed elastico, sguardo languido ma lei mi guarda schifata, come se vedesse una cacca di mucca.
Conosciamoci meglio, dai! Mi avvicino che neanche Casanova, ma quando arrivo a un cm dalla sua coda per fare le dovute presentazioni, la piccina sfodera una chiostra di denti davvero impressionante. Noi cani abbiamo 42 denti, ma lei sembra averne moltissimi di più! La mia dolce barracuda.
Mi scaccia abbaiando e l’aria si riempie dei tlac-tlac dei sui deliziosi dentini che si chiudono a vuoto, a pochi millimetri da me. No, mi correggo, non a vuoto perché ha un ciuffo della mia pelliccia incastrato tra i denti. Che posso dire? Amo anche questo suo vezzoso modo di fare la ritrosa!
Il copione si ripete per 5 o 6 volte perché io sono un tipo piuttosto insistente, o, come dice Lei, sò de coccio. Credo che noi cani maschi siamo dotati di un gene particolare, quello dell’ “indifferenza al rifiuto”: ci dà la forza di resistere ad ogni rifiuto femminile con noncuranza e grande leggerezza; ci rende rifiuto impermeabili!
La venere,esasperata, si allontana trotterellando. Mamma mia, che dondolio sexy le dà la sua leggera zoppia!
Il mio raffinato intuito mi dice che è arrivato il momento di rendere più esplicite le mie intenzioni: la raggiungo, le do una vigorosa leccata ad un orecchio e inizio a toccarla tra le scapole con decisi colpetti di muso, per invitarla a una fuga d’amore.
Vedendo questa scena, Lei si avvicina decisa e indagatrice e mi chiede: “Stai broccolando quella poverina?”
In tutta risposta ansimo, lascio penzolare 30 cm di lingua e faccio gli occhi da trota salmonata.
Lei sbianca, si gira verso la signora e, con una voce che farebbe paura persino agli Orchi di Mordor, chiede: “Scusi, ma, la sua cagna è in calore?”
“Sì” trilla la signora, ignara di essere ormai prossima a diventare una salma.
Lei ha lo sguardo omicida e la postura rigida e questo può voler dire solo una cosa: rissaaaaaa! Ottimo, vai e uccidi! Intanto io ne approfitto per corteggiare la splendida creatura.
Improvvisamente, sento una mano decisa che mi afferra il collare. E’ Lei che mi dice: “Dai Pierino, andiamo via!”
No no no no no no no no no no no no no no no no no no! Pierino è impegnato, casomai non te ne fossi accorta!
“So che ti chiedo molto, ma non possiamo proprio stare. Vieni via con me”
Macheccavolo! Tutto in te prometteva rissa e invece hai solo scambiato due chiacchiere amichevoli! Non ti ho insegnato niente?
Pianto le quattro zampe a terra e incasso il collo per chiarire meglio come la penso, ma Lei, donna crudele, mi porta via ugualmente; io la seguo con notevole riluttanza e faccio tutta la strada fino a casa con la testa girata verso il parco… Mi servirà un bravo osteopata.
A casa mi sdraio imbronciato e mi sembra di avere la testa piena di apine ronzanti! Sono triste; Lei si avvicina e mi chiede: “Come va?” e intanto mi fa i grattini dietro le orecchie.
Che vuoi che ti dica? Sono innamorato, non ricambiato e segregato lontano dalla femmina della mia vita… La vita è brutta.
“E’ ora di cena. Che ne dici di mangiare la tua pappa? Vieni!
No grazie, sono innamorato e non ho fame.
“Dai che stasera la pappa è super!”
Sospiro affranto.
Lei mi guarda paziente e dice: “E’ trippa”
No, grazie, davvero, non insistere…Trippa hai detto?… Magari un assaggino, giusto per non offenderti.
Spazzolo tutto i 8 secondi.
“Va meglio?”
Meglio, grazie! Ora mi è chiara una grande verità: non si può amare bene con la pancia vuota!
Poi mi accuccio e sogno, sogno la mia adorata botola mordace, la mia principessa.

Viva vida, amici
Il pensiero di Piero:

Area di sgambamento = luogo dell’amore!
Fosse per me, vi direi: “Portate tutte le cagnoline in calore nell’area di sgambamento vicino a casa mia, che vi aspetto!”
La verità, però, è che le cagnine in calore nelle aree cani NON CI DEVONO ENTRARE, nemmeno se nell’area di sgambamento non c’è nessun cane, perché può non esserci in quel momento, ma poi arriva e se è maschio… ahi, ahi!
Le secrezioni vaginali rilasciate dalle cane in calore, infatti, sono cariche di ferormoni che fanno andare su di giri i maschi e immaginate cosa può succedere se due maschi molto eccitati si incontrano e pensano che nei paraggi ci sia una femmina da coprire: il rischio di una rissa è altissimo!
Noi maschi sentiamo il calore di una femmina anche a chilometri di distanza; diventiamo irrequieti, nervosi, inappetenti e tutto il nostro corpo e la nostra mente si proiettano verso un unico desiderio: accoppiarci.
La natura ci ha dotato di una spinta fortissima verso la riproduzione e noi dobbiamo faticare per resistere.
Il mio vecchio convivente, Spino, quando sentiva una cagnolina in calore, passava le notti ad ululare (per la felicità di tutti) e riusciva a mettere in atto delle fughe così ingegnose che Lei rimaneva puntualmente a bocca aperta;poi, le toccava inforcare la bicicletta e cominciare a girare nei paraggi per rintracciare il pazzo innamorato. E lo trovava, sempre, elegantemente seduto davanti al portone della bella di turno, in estatica attesa.
Mi raccomando, allora: niente cagnoline in calore nelle aree di sgambamento! Certo che poi, noi maschietti le tracce lasciate in giro, per strada o nei viottoli dei parchi, le sentiamo ugualmente, ma lì, con guinzaglio e padrone a fianco, il rischio di incidenti è praticamente inesistente.

Il mondo secondo Piero

Io ti insegno…

29 Agosto 2018
io insegno

“Tu spesso cerchi di portarmi nel tuo mondo insegnandomi comportamenti e pensieri a misura d’uomo, fatti di parole e gesti, ma oggi io ti invito a passeggiare con me, in silenzio, seguendo il mio passo di cane così che anche io possa insegnarti qualcosa.

Cammina accanto a me, lentamente, fai volare via i pensieri come palloncini colorati ,fermati ad annusare l’aria e ad ascoltare i piccoli rumori del bosco: ti sto insegnando che il “qui ed ora” è tutto ciò che conta e se ti fermi ad apprezzare l’attimo presente, se ti immergi nella bellezza di ciò che ti circonda, sarai anche tu in pace come me.

Cammina accanto a me, lentamente, e lascia che i miei occhi incontrino i tuoi: ti sto insegnando la meraviglia di annullare le distanze e di sentirsi “uno” condividendo un momento soltanto nostro.

Cammina accanto a me, lentamente; senti come i nostri corpi si sfiorano, a volte si urtano più forte e allora io cerco la tua mano con il muso e tu mi accarezzi sorridendo : ti sto insegnando che potremo fare mille esercizi e cento sport, ma, alla fine, è nella semplicità dello stare vicini, in silenzio che esprimiamo la profondità del nostro legame.

O forse no, forse non ti sto insegnando nulla… Ti sto solo portando nel mio mondo semplice per aiutarti ad essere felice.”

Con amore, il tuo Piero

 

Il mondo secondo Piero Vita insieme

Piero e il bagnetto

30 Maggio 2018
Bagnetto sì, bagnetto no

Lei sa benissimo che so interpretare ogni suo minimo gesto, ogni suo sguardo sfuggente, ogni esitazione nel respiro, perciò è diventata bravissima a dissimulare le sue intenzioni: una vera artista!

Nonostante ciò, il mio cervello evoluto sa fare due + due, quindi, se vedo che lei è eccessivamente sorridente e sento rumori sospetti nel bagno, capisco che è incombente la grande tragedia: il bagnetto.

Vado a dare un’occhiata per verificare se ho ragione, ma faccio spuntare solo un pezzo di muso, giusto per controllare senza rischiare: il bagno è un posto che nasconde grandi insidie! Annuso e sento l’odore del mio bagnoschiuma “Cane pulito schifo infinito”; mi sfugge un sospiro ansioso, lei  lo sente, si gira e mi vede. Io la guardo e lei mi guarda. Occhi negli occhi indoviniamo i pensieri dell’altro:

il mio è “non mi prenderai mai”

il suo è “non potrai nasconderti”.

La tensione si fa palpabile, ma Lei sfodera il suo sorriso più bello e mi chiude la porta davanti al naso. Io corro a cercare il numero dell’OIPA per denunciare il mio maltrattamento imminente, ma poi mi ricordo che non ho le mani e anche se le avessi tanto non so leggere: sono fregato.

Va bene: lavami umana crudele! Sappi, però, che non mi avrai senza fatica!

“Piero, vieni…”

Ma non ci penso neanche!

“Pierino, dai vieni…”

Pierino mi chiama, quella bieca donna che credevo mi amasse…

“Pieeeerooooo”

Ecco, mi nascondo sotto il mobile, così non mi vede.

“Piero dove sei?”

Ahahahahaha! Non mi troverai mai!

“Piero! Cosa ci fai lì?”

Caspita, come hai fatto a trovarmi, diavolo di una donna?

“Se cercavi di nasconderti sotto il mobile, sappi che hai lasciato fuori un culone enorme!”

Azz! Non puoi più fidarti nemmeno del tuo didietro. E poi io non ho un culone enorme….

“Dai Piero, vieni con me. Lo so che non ti piace tanto il bagno, ma ti tocca proprio!”

Non ti piace tanto il bagno è una distorsione della realtà: IO ODIO IL BAGNO!

Ho una mia dignità e non mi farò trascinare; la seguo col capo chino e il passo lento e pesante del condannato a morte. Mi fermo. Un passo. Mi fermo ancora. Un altro passo. La guardo con l’estremo saluto scritto dentro gli occhi e abbasso di nuovo il capo sospirando.

Sono tenero come la piccola fiammiferaia, ma Lei non ci casca.

Allora, che vada in brodo anche la mia dignità: DOVRAI TRASCINARMI DI PESO, SE VUOI LAVARMI!!!

Mi accascio al suolo, mi irrigidisco e mi aggrappo con le zampe anteriori ai piedini del mobile del bagno, ma Lei sa usare dei toni di voce così belli che non resisto: mi alzo e arrivo fino alla vasca… deve aver fatto un corso di ipnosi!

D’accordo, alla vasca ci siamo arrivati: adesso dovrai sollevarmi perchè io non collaborerò! Non ce la farai mai….

Dopo un secondo eccomi dentro…bah, almeno l’acqua è tiepida; peccato per il pessimo odore dello shampoo: non ne esisterà uno al profumo di bistecca o di gorgonzola?

Ora sono tutto bagnato e sembro un gigantesco topo.

Ma…un momento: cos’è quella cosa che galleggia nell’acqua? Una paperella! Una stupenda paperella. Lei la prende e la schiaccia: suona!  Ma è bellissima!

Addento la paperella e la schiaccio con gusto tra i denti: peeeep,peeeeeep,pep,pep,pep,peeeeeeeeep!

La mia discesa all’inferno sarà meno dura ora che ho un’amica.

Lei sorride, poi però storce la bocca infastidita….

Ahahahah! Ti dà fastidio il suono della paperella? Bene: pep, pep, pep, peeeeeeeeeeep, pep, pep, peeeeep, pep, pep, pep, pep, peeeeeeeeeeeeeeeeeeeeeeeeeeeeeeeeeeep! La suonerò finché mi terrai qua dentro, sappilo. La suonerò fino alla morte!

Finalmente posso uscire e Lei mi accoglie con un gigantesco asciugamano di spugna: santo cielo, c’è disegnato sopra Winnie the Pooh! Non ce l’avevi uno degli Aerosmith??

“Che ne dici se ti asciugo anche con il phon?”

Per tutta risposta, prendo la paperella e inizio a schiacciarla con vigore: peeeep, pep, pep, peeeeeeeeeeeeeeeeeeeeeeep, pep, pep, pep………………

“Va bene, va bene, basta! Vai fuori ad asciugarti al sole!”

Esco felice perché, ora, non ho solo una nuova paperamica, ma ho una vera e propria arma: trema umana, d’ora in poi il bagnetto sarà terribile per entrambi! Tié!

 

 

 

Il pensiero di Piero

Perché ci dovete lavare?

Fine del pensiero di Piero.

 

Vi rimando al pensiero di Lei in “Bagnetto sì, bagnetto no

 

Viva vida, amici!

 

 

 

 

 

 

 

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La pioggia non uccide i cani!

21 Marzo 2018
sorriso pioggia

Buongiorno a tutti!

Leggendo qua e là, sul Web, mi imbatto spessissimo in notizie tristi e in dosi tossiche di pessimismo cosmico, quindi io e Piero abbiamo deciso di raccontarvi qualcosa che porti una ventata di ottimismo.

Oggi infatti, dopo mesi di accurati studi, siamo in grado di darvi una splendida notizia: quando piove i cani possono passeggiare sotto la pioggia! Alcuni addirittura senza impermeabile.

Davvero!

Soprattutto, dopo infiniti test, abbiamo scoperto che stando sotto la pioggia i cani:

  • non si restringono
  • non si sciolgono
  • non muoiono

Tutt’al più si stropicciano un pochettino, ma opportunamente spazzolati tornano alla forma originaria.

Pensiamo, ma dobbiamo ancora fare altri accertamenti, che l’acqua piovana, più pura di quella dell’acquedotto, tolga la polvere al manto del cane con delicatezza e che dia modo all’animale di pulirsi bene anche le zampe senza lo stress generato da vasche e vaschette per il bagno. Fortunatissimi poi i cani che possono imbrattarsi zampe e muso nel fango di cui si conoscono le virtù terapeutiche fin dall’antichità.

Comunque, ci basta già sapere che i cani possono uscire di casa anche quando piove e sopravvivere!

Dunque, non abbiate più alcun timore e portate a spasso i vostri beniamini anche nei giorni di pioggia; anche perché abbiamo il fondato sospetto che i bisognini scappino loro anche nei giorni uggiosi e che la noia li attanagli come quando non piove.

A riprova di quanto sosteniamo, vogliamo proporvi un brevissimo video nel quale potrete vedere tre cani che giocano sotto la pioggia: non solo non stanno soffrendo, ma si divertano anche!

Prima di mostrarvi il video, ci teniamo a precisare che non sono state usate lontre o nutrie camuffate da cani; si tratta di cani VERI.

 

 

 

Piero, come saprete se avete letto l’articolo “Piero, la pioggia e i ricordi”, non ama particolarmente l’acqua sulla pelliccia: secondo lui l’acqua sta bene solo nella ciotola e nelle adorate pozzanghere, che sono soltanto un modello più grande di ciotola; nonostante lo scarso amore per la pioggia, ha voluto posare in alcune foto per avvalorare la scoperta che abbiamo appena condiviso con voi e che rivoluzionerà la vita di molti cani.Vediamole insieme.

 

ombrello pioggia

 

In questa prima immagine il nostro Piero sembra che guardi con orrore la sparizione del suo fondoschiena ad opera della pioggia: niente paura, guardate la prossima fotografia.

 

piero pioggia

Qui, potete vedere il nostro modello, tutto intero, sempre sotto la pioggia e con le zampe in una pozzanghera mentre pratica la fangoterapia; il pelo bagnato lo fa sembrare vagamente un chewingum masticato, ma sorride e gode di ottima salute.

 

amore pioggia

La pioggia continua a scendere dal cielo, ma il nostro Piero riesce anche ad amoreggiare con una splendida saluki.

Come avete visto, questo umido fenomeno atmosferico non ha impedito al nostro modello di godersi la sua uscita mattuttina.

Sono certa, però, che i più scettici diranno: “Va bene, va bene… Ma è riuscito a tornare a casa sano e salvo?”

Ebbene sì! Ecco la prova:

 

telo pioggia

 

Avvolto in un morbido asciugamano che evita pozze d’acqua in tutta la casa, Piero viene asciugato con godurioso massaggio rotatorio.

Sotto, lo possiamo vedere sereno ed appagato che dorme sul suo cuscino preferito: me.

 

nanna pioggia

 

Aggiungiamo altra fotografia che lo ritrae durante il riposo per provare che sta bene: vedete che ha gli occhi aperti?

 

tappeto pioggia

 

Ci fermiamo per non annoiarvi.

Speriamo di essere stati di aiuto e conforto a tutti coloro che temono la prematura scomparsa del loro amato cane qualora dovesse uscire sotto la pioggia: non abbiate paura e portate fuori ‘ste povere bestiole!

Buona pioggia a tutti!

Il mondo secondo Piero Vita insieme

Piero e il dog sitter

30 Gennaio 2018
Piero e il dog sitter

La settimana scorsa. Mattina, tempo di risvegli, di coccole, di amore che scorre a fiumi e della prima, splendida passeggiata che avrei fatto con Lei. Io & Lei: love.

Ero allegro e non vedevo l’ora di uscire, anzi, andai a mordicchiare la borsa dei miei giochi e la trascinai in mezzo alla stanza così che Lei non si dimenticasse di portarla.

Ehi, ragazza, perchè così lenta? Saltellai felice e mi strusciai sulle sue gambe perché Lei mi “pastrugnasse” la ciccia e la pelliccia, ma calò su di me una mano fiacca che mi concesse solo due grattatine.

Mmmh… Suvvia cara, è l’ora del grattino, remember? Mattino, grattino … Sfoderai il mio sorriso migliore, mi sedetti e sollecitai la smemorata con colpetti della zampa, ma Lei mi guardò un po’ imbambolata, mi diede una carezza sul petto e stop.

Cosa stava succedendo? Dov’era la gioia del ritrovarci dopo la lunga notte? Dov’era la mia solerte schiava che al mattino mi grattava e mi coccolava? Chi aveva rapito la mia Lei e l’aveva sostituita con uno zombie dagli occhi pesti che la facevano sembrare un panda?

Annusai per benino il Panda e mi sembrò che ci fosse qualcosa di diverso … Infatti estrasse un tubicino di vetro da sotto l’ascella ed asclamò: “ Temperatura 38,5? Nooo!”

Lei sospirò, mi guardò un po’ sconsolata, si vestì e uscimmo. Sì, Lei mi porta fuori sempre e comunque; per non farlo dovrebbe essere in ospedale, legata e sotto anestesia totale. Il nostro giretto, a dire il vero, sembrava più una processione funebre data la velocità con cui ci muovevamo … un anziano con deambulatore ci avrebbe superato di brutto, ma capii che quel giorno sarebbe andata così, quindi mi sfogai facendo un po’ il bastardo con i piccioni.

Ci vollero quattro giorni, ma tutto tornò a posto e le nostre uscite ripresero con tempi e ritmi ragionevoli! Evviva!

Tre giorni fa. Mentre monto pigramente la guardia, suonano al campanello.

Lei apre e sulla porta c’è un uomo: mi avvicino cautamente, lo annuso, scodinzolo con scarsa convinzione e lo squadro per bene perché nel retro della nuca mi tintinna un campanellino d’allarme.

L’uomo mi chiama per nome , si accuccia, mi allunga un bocconcino prelibato e fa il simpaticone: cazzo, un dog sitter!

Alzo i tacchi, sprofondo nella mia cuccia e fingo di cadere in un sonno eterno.

Lei prepara un caffè al losco figuro e, intanto, gli parla di me. No, ma fai pure come se non fossi qui e non capissi che state tramando alle mie spalle. Tanto di dog sitter ne ho già fatti fuori un paio perché non sopporto chi mi porta via da Lei. Niente di cruento, semplicemente li ho esasperati con la mia mancanza di collaborazione e con i più coriacei ho sfoderato l’arma segreta: “il POTERE del MACIGNO”; si tratta di una dote innata: se non voglio spostarmi, sono in grado di centuplicare il mio peso fino a diventare un macigno, appunto. Per spostarmi ci vorrebbe Obelix!

D’altra parte, se un povero cane viene obbligato a uscire con un estraneo, secondo me non si dovrebbe chiamarla passeggiata, ma rapimento!

Il gonzo sorseggia il suo caffè e mi sorride affabile: vorrei scacciarlo, ma mi vengono in mente le parole di Al Pacino ne Il padrino: “Non odiare mai il tuo nemico: ti offusca la mente”. Devo restare lucido.

Renzo, questo il nome del rapitore di cani, si avvicina; mi aspetto le solite insopportabili carezze sulla testa e mi preparo a spostarmi infastidito, ma lui mi sorprende con una mossa che non mi aspettavo: mi si siede accanto e NON mi tocca.

Bravo picciotto, il rrrispetto prima di tutto! Quindi, o questo Renzo o sa il fatto suo oppure LEI ha fatto la spia su come ci si deve comportare con me … buona la seconda!

Renzo estrae dalla giacca un giochino e me lo agita davanti al muso; è un giochino orrendo e io rispondo con il sonno eterno. Allora si alza, prende un tiramolla e mi invita a condividere. Fatico a non farmi coinvolgere perché, diciamocelo, un tira e molla ha sempre il suo fascino, ma anche stavolta replico con il sonno eterno. Il subdolo non desiste e gioca il jolly: prende una pallina con corda, ma non una pallina qualsiasi, una di marca, una Gappay! Sleale lui, palesemente spiona Lei; attratto come una falena dalla luce, inizio a giocare. Mi sto iniziando a divertire, ma quando realizzo che all’altro capo del cordino c’è una brutta mano pelosa, sputo la palla e mi allontano; mi sdraio, sospiro e lo guardo con gli occhi pieni di indifferenza. Il brav’uomo, invece, è convinto che siamo diventati amiconi e dopo tutta questa manfrina, finalmente se ne va. Amen!

Oggi. Suona il campanello, Lei apre e rieccoti Renzo. Ma che diamine, devi sempre venire qui? Non ce l’hai una casa tua? Lui, sempre convinto di avermi conquistato, mi saluta e mi mette il guinzaglio. Grossissimo errore! Per palesare il fraintendimento e illuminarlo sul fatto che non lo sopporto ho solo un modo: “Potere del Macigno a meeee!” Ora sono i-n-a-m-o-v-i-b-i-l-e. Tiè!

Il povero Renzo tenta di farmi spostare usando palline, bocconcini, tirando un po’ il guinzaglio, ma io sono ancorato al suolo. Allora, decide di lasciarmi stare ed esce di casa. Cavoli ha desistito in fretta! Lo facevo più tenace. Sto per aggiungere un’altra tacca al mio collare (terzo dog sitter fatto fuori), quando lui ricompare con l’auto, scende, apre il portello del bagagliaio e mi invita a salire. Incapace di trattenermi, perché a me l’auto fa lo stesso effetto della pallina di cui sopra, mi fiondo in auto, lui chiude il portello e Lei mi fa ciao con la mano; mentre l’auto si allontana guardo Lei con gli occhi socchiusi e carichi di accusa:“Spiona!”

Vabbè, ormai mi hanno fregato. Renzo e io stiamo in giro un’oretta; all’inizio mi diverto come davanti a un cartone dei Teletubbies e poi mi rassegno. Il posto è bello, Renzo non molto, ma la vita non è tutta in discesa.

Il dog sitter mi riporta finalmente a casa e, qua, volo tra le braccia della mia Lei come se fossi sopravvissuto al viaggio sul Titanic … Cara, cara, cara! Ti perdono per la carognata che mi hai fatto e ti amo ancora! Dai, manda via Coso e stiamocene un po’ soli io e te!

Lei ride e saluta Renzo con un “ Grazie. Ciao. Ci vediamo giovedì”

Come giovedì? Non penserai di trasformarti ancora in un Panda, vero?? E allora perché lo fai venire di nuovo quello là? Aaaah! Ci risiamo. Vuoi che io abbia altre persone con cui sentirmi a mio agio, che mi aiutino a superare le mie diffidenze e aiutino te a tagliare il cordone ombelicale che ci lega; questo contribuirà alla mia crescita personale e supporterà te in caso di malattia o improvvisa assenza. Chiaro. Giustissimo. Comprendo. Maaaa … dato che non sono d’accordo: terza tacca in arrivooooo!

Ahahahahahahahahahahah!

 

Il pensiero di Piero

Amici! Come avete visto, non sono un tipo facile. Le persone mi piacciono, ma sono un cane diffidente e non mi metto nelle mani di chiunque; inoltre, sono adulto e non mi faccio incantare da due crocchette e qualche giochino: al mio fianco pretendo una persona di cui mi fido. Certamente non tutti i cani sono come me, ma ce ne sono molti che hanno bisogno di tempo per fidarsi di una nuova guida. Noi cani, non siamo pacchi postali che possono essere portati di qua e di là dal primo arrivato.

Ecco perché è importante come scegliete chi deve portare a spasso il vostro compagno a quattro zampe.

Innanzitutto è importante che ami i cani e non faccia il dog sitter solo per soldi: chi ama il suo lavoro, lo svolge indubbiamente meglio di chi lo fa senza passione! Quando vado in giro vedo un po’ di tutto: dog sitter seduti in area cani con il cane sdraiato che si ammazza di noia; cameriere che, in pausa pranzo, portano a spasso il cagnolino della famiglia in cui lavorano, ma si fermano a chiacchierare (e ne hanno ben il diritto!) con le amiche mentre il cane sta seduto tutto il tempo.

In secondo luogo, è FONDAMENTALE CHE ABBIA DELLE COMPETENZE! Chiunque può decidere di voler portare a spasso il cane degli altri, ma deve sapere cosa sta facendo. Deve conoscere le abitudini del cane, le sue paure e i suoi bisogni. Deve sapere modulare la passeggiata osservando il cane e quindi saper scegliere cosa privilegiare, se la camminata, il gioco, l’interazione con i conspecifici o altro.

Inoltre, il dog sitter:

  • deve saper “leggere” il cane: posture, espressioni del muso, vocalizzi per evitare spiacevoli incidenti con altri cani o, addirittura, con le persone.
  • finché non conosce bene il cane, deve rispettare le indicazioni che vengono date dal proprietario e, col tempo, modificare ciò che ritiene necessario in accordo con il padrone del cane.
  • deve instaurare un rapporto con il cane che porta a spasso, anche se si tratta di un cagnolone giuggiolone che adora tutto e tutti e uscirebbe a spasso con chiunque.
  • deve deve deve ….

Effettuate un accompagnamento graduale e non arrabbiatevi se il vostro quadrupede è inizialmente poco collaborativo! Ricordate che per alcuni cani è difficile accettare un conduttore diverso da quello abituale, quindi cercate persone pazienti e capaci, che aiutino il vostro cane a superare questa difficoltà.

Ci sarebbe molto da dire, ma, magari chiederò a Lei di scrivere qualcosa di più perché oggi è giovedì, arriverà Renzo e io devo andare a nascondermi dietro il divano per insegnare al mio dog sitter il gioco “Cerca Piero!”

Viva vida, amici!

Il mondo secondo Piero Salute e benessere del cane

Piero e la pizza

8 Agosto 2017
Piero e la pizza

Gira la chiave nella toppa.

E’ Lei, lo so. Prima ho sentito il motore della sua auto, dopo la cadenza dei suoi passi, poi il suo odore. E prima di tutto questo, che ci crediate o no, ho sentito il suo pensiero che mi accarezzava e ho capito che stava per arrivare.

Eccomi! Sono davanti alla porta, pronto a baci, salti (che mi sono concessi solo con Lei), giravolte di pazza felicità, squittii ( Bhé? Quando sono felice mi vengono gli squittii! Allora??!). Eccomi, desideroso di sentire le sue mani che mi accarezzano e mi fanno i grattini dietro le orecchie mentre la sua voce gentile mi dice: “Ciao!” ma a me sembra che dica: “Amoremioinfinitotiadoroemiseimancatodamorireenontilasceròmaipiù” .

Finalmente la porta si apre e…… certo, è Lei, ma ha appesi alle mani circa 300 sacchetti della spesa che mi impediscono di avvicinarmi come vorrei. Lei mi dice: “Ciao” ma sembra che dica “Ciaocane chenedicidilevartidaipiedicosìscaricoquestarobachepesaunacifra?”.

Mi sposto un filino offeso e la guardo come uno che sta partendo per una missione senza ritorno. Lei alza gli occhi al cielo, scarica i sacchetti e mi dice: “Vieni qua, ciccio!”

Siiiiiiiiiiiiiiiiiiiii! Quando mi chiama “ciccio” significa che è colpita e affondata! Mi coccolerà tantissimo, yuppiiiii!

Finito lo scambio di svenevolezze, mi chiedo il perché di una spesa così corposa  e la risposta arriva da sola: ospiti! Mi avvicino ai sacchetti e ci affondo il muso per capire cosa è stato acquistato. Meraviglia! Ci sono i coni gelato! Questo può voler dire solo una cosa: bambini! Bambini uguale pioggia di cibo proibito per meeeeee! Che splendida giornata è diventata questa.

Arriva la sera e arrivano gli ospiti. Io saluto tutti con guaiti e danza del ventre, felice di avere gente a casa; mi piacciono le persone e mi piace l’atmosfera di gioia che si crea quando arrivano tanti amici. Li saluto uno ad uno e…no! Non posso credere di avere tutto ‘sto culo, pardon, ‘sta fortuna! C’è la piccola Camilla! Camilla mangia solo e unicamente pizza. O meglio, finge di mangiarla e invece la da a me! Piccola, adorata, stupenda e meravigliosa Camilluccia. Mi vengono subito gli occhi a cuore e la salivazione del cane di Pavlov.

Accetto con pazienza le lungaggini dell’aperitivo e poi, finalmente, tutti a tavola. Io mi metto vicino al tavolo dei bambini: se dovesse arrivare qualche malintenzionato, ci penso io a difendere loro e il loro cibo! Come un paladino della giustizia, mi siedo impettito accanto a Camilluccia, così se le cade qualcosa, che so, un pezzo di pizza, glielo posso restituire… magari non tutto … Che cane premuroso.

Mannaggia,  Lei ha già capito le mie intenzioni e mi guarda con gli occhi socchiusi, carichi di minaccia; eccola che viene al tavolo e dice ai bambini: “Mi raccomando, non date niente a Piero, altrimenti poi sta male. Vi lascio qua dei bocconcini che può mangiare. Usate solo questi, eh?”

Ahahahahahah! Ingenua! Io mangerò quelli e anche tutto il resto! Ahahahahahah!

Camilla mi guarda e io mi avvicino scodinzolante. Ride e mi allunga un … una carota! Via bambina, non scherziamo. La bimba ride ancora più forte e mi dà un pezzettino di pizza. Gnam! Poi si perde in chiacchiere, allora le do una leccatina gentile sul braccio per ricordarle che io sono la sua priorità. Camilla si diverte un mondo e allunga un boccone di pizza. Brava! Colpetto con il naso, pizza. Bacetto sull’orecchio, pizza. Do la zampa, pizza. Inclino la testa pizza. Alla fine, ‘sta pizza me la sono mangiata quasi tutta, escluse le croste che, ovviamente, ho preso in bocca, sbavazzato e poi sputato sul tappeto, così poi le pesteranno e  si incolleranno per bene.

Ehi, bambina, già che ci sei allungami anche i biscottini che Lei ha messo sul tavolo, sì, brava quelli che sto indicando con i colpetti del naso. Gnam.

Satollo e felice  me ne vado a dormire.

E’ notte fonda e sogno una pizza zannuta che mi insegue. Mi fa male la pancia e, ogni tanto, mi sveglio perché sento dei rumori proprio vicino al mio fondoschiena . Peetz! Cielo! Cosa sarà? Mi inquietano questi rumori. Annuso l’aria e la stanza è satura di gas mortale: certo che potreste aprire un po’ le finestre che c’è una puzza qui! Peeetz! Ancora….

Mi alzo e bevo. Mi accuccio e tento di dormire. Nella pancia ho una festa di criceti . Mi alzo, cammino. Mi sdraio. Mi alzo.

Lei , che è collegata a me da un filo invisibile, pur nel sonno percepisce la mia inquietudine e si sveglia. Cioè, mi piacerebbe fosse così, in realtà con tutto il mio andirivieni ho fatto un tale casino che credo di aver svegliato anche i Lapponi.

Io la guardo imbambolato e inizio a respirare affannosamente come una partoriente. E sbavo, mamma quanto sbavo.

Mi aspetto amore e comprensione, ma Lei mi guarda con occhi assassini e mi dice:”Hai mangiato la pizza, veeeeero?”

Vero.

“Sai che non devi mangiarla, veeeeero?”

Vero.

“Sai che se mangi schifezze poi stai male, veeeeero?”

Vero. Adesso che abbiamo scoperto di essere d’accordo su tutto che ne dici di portarmi fuori?

Lei si veste dicendo parole poco adatte a una signora.

Oddioooo i criceti nella pancia hanno iniziato a cantare “Brigitte Bardot, Bardot – Brigitte beijou, beijou”  facendo il trenino…. sono alla fine!

Usciamo precipitosamente e dopo qualche passo Lei mi guarda e mi dice: “Mbhé?”

Mbhè cosa, scusa?

“La fai o no?”

Lo sai che io riesco a farla solo sui praticelli con l’erbetta corta corta e fitta fitta.

Posso stare male malissimo, ma sul marciapiedi non la farò mai! Solo sui praticelli … io ho le mie regole!

Lei pronuncia parole che non si trovano sul vocabolario e si avvia verso il parchetto. Arrivati annuso un po’ e finalmente libero i “criceti”! Mi sento un altro.

Lei spera sia tutto a posto, poi mi vede fare la tipica corsetta saltellata del cane che ha fretta di trovare un posticino per scaricarsi e, rassegnata, inizia ad aprire il secondo sacchettino di raccolta.

…………………………………………………………………………..

Dieci corsette saltellate dopo, ho davvero terminato. Lei  ha finito la scorta di sacchettini di un intero mese e, credo, anche la capacità di rimanere ancora sveglia.

Torniamo a casa. Sono le 3.00 e tutto va bene.

Mi acciambello sulla cuccia e sorrido, in pace con il mondo.  Poi vedo Lei che mi guarda con una strana luce negli occhi e nella mia mente si apre una finestra sul futuro: pranzo e cena a base di zuppa di carote e colazione e merenda a base di fermenti lattici …

Noooooooooooooooo!

 

IL PENSIERO DI PIERO

Amici! Dura la vita. Un povero cane non può mangiare in santa pace qualche schifezza senza pagarla cara. Io davvero non so come voi umani riusciate a digerire i vostri piatti succulenti senza patire le pene dell’inferno. Forse, noi cani non digeriamo i vostri cibi perché la natura ci ha fatto diversi da voi: la nostra saliva con contiene enzimi digestivi ed il nostro stomaco è più grande del vostro e secerne succhi gastrici molto più potenti , così che possiamo digerire cartilagini e ossi. Anche il nostro intestino è diverso, più corto come quello di tutti i carnivori. Insomma, pasta, lasagne, prosciutti vari, carni piene di intingoli, dolci e molto altro ancora per noi sono tossici! Non stupitevi se, nutrendoci così, ci viene una dissenteria molto forte o addirittura una diarrea emorragica.

La convivenza con l’uomo ci ha resi onnivori, ma la carne deve essere sempre l’ingrediente principale della nostra dieta.

Potrete scegliere di  farci mangiare cibi freschi, seguendo una dieta casalinga classica, o la dieta Barf o quella Paleo  che rispettano la nostra natura, ma non potrete rifilarci gli avanzi della vostra tavola! Anche solo l’assaggio di un cibo non idoneo può alterare la permeabilità intestinale per molto tempo.

Oppure, potrete darci cibi industriali, già pronti, ma stando ben attenti alla loro composizione: evitate quelli pieni di cereali e di farine animali o sottoprodotti della carne. Se scegliete le crocchette, preferite quelle che hanno la carne come primo ingrediente, meglio ancora se hanno la dicitura “carni fresche all’origine”. Naturalmente qualità alta, prezzo un po’ più elevato, ma anche salute del cane meglio tutelata! Non è poco, eh!

Soprattutto, se usate cibo industriale, non fatevi assalire dai sensi di colpa che poi vi portano ad “allungare” all’amato cagnolino cibi saporiti, dicendo: “Poveriiiiino, mangia le crocchette, allora gli devo dare qualcosa di buono ogni tanto!”. Allora, o pensate che le crocchette vadano bene, o fate un piccolo sforzo e passate alla dieta casalinga; non potete pasticciare perché i continui cambi ci fanno male!

Io sono un cane fortunato perché Lei si preoccupa di farmi mangiare bene e ha il tempo di cucinare per me; in realtà, mentre cucina per sé, prepara anche per me…non è che la preparazione del mio cibo le costi un dispendio di energie e di tempo spaventosi!

Se desiderate qualche informazione in più, andate a dare un’occhiata al sito: www.tipresentoicroccantini.com, troverete notizie molto interessanti relative ai cibi adatti al cane.

Potete anche leggere “ Manuale di alimentazione naturale per il tuo cane” di Katya Cervio e Giovanni Lorenzi, Ed. Gribaudo. Lei dice che è un libro ricco di informazioni, di interviste ad esperti di nutrizione, di ricette deliziose e di spunti di riflessione.

Che dirvi ancora? W la pizzaaaaaaaaa!!!

No, eh?

Allora, viva vida, amici!

Il mondo secondo Piero Vita insieme

Piero, la pioggia e i ricordi

4 Maggio 2017
pioggia

Ciao amici!

Piove e io sono sdraiato sulla mia cuccia ad ascoltare l’acqua che ticchetta sull’asfalto. Della pioggia mi piace tanto l’odore che fa salire dalla terra. Nient’altro.

Oggi ho pensieri pigri e non mi va di raccontarvi una storia istruttiva … oggi vi regalo i miei ricordi.

Tempo fa, in casa nostra, viveva un altro cane di nome Spino. Lui era arrivato molto prima di me ed era un cane che della vita ne sapeva un bel po’.

Spino non mi sopportava di buon grado e io ricambiavo la cortesia.

Eravamo molto diversi, ma una cosa di sicuro ce l’avevamo in comune: non ci piaceva la pioggia. Uscire sotto l’acqua, fosse anche la gentile acquerugiola primaverile, proprio era l’ultima cosa nella scala dei nostri desideri.

Purtroppo, quando si susseguivano giorni piovosi, uscire si doveva pur uscire e il fastidioso incontro con la pioggia dovevamo farlo. Lei, pensando di fare buona cosa, ci aveva comprato l’impermeabile per i giorni di cielo a pecorelle ed acqua a catinelle … Ora, a noi cani, non è che gli impermeabili piacciano molto: quando ce li fanno indossare la nostra dignità offesa ci provoca un cortocircuito cerebrale che ci fa muovere come delle marionette o come dei pinguini.

Come se non bastasse, Lei, dopo mille ripensamenti, quando si era decisa a comprarci gli impermeabili? Ovviamente durante una vacanza in uno sperduto paesino di montagna dove c’era un negozio di ferramenta che vendeva una vasta gamma di articoli, dai chiodi ai dadoni in pelo da appendere in auto. Nel triste e polveroso espositore di prodotti per cani, Lei aveva trovato solo un impermeabile verde vomito per me e uno giallo acceso con bottoncini rossi per Spino; lui sembrava un pompiere e io un baccello gigante. Ma Spino era “cane di mondo”e riusciva quasi sempre ad evitare il suo pagliaccesco impermeabilino. Io no. Infatti, nei giorni piovosi, al richiamo di “Girettooo!” io saltavo in piedi come uno che aveva preso la scossa e mi mettevo a saltellare, impaziente come un capretto, davanti alla porta d’ingresso. Spino, invece, non si muoveva. Allora Lei lo andava a chiamare dolcemente, ma lui, arroccato dietro i suoi privilegi di cane anziano, se ne stava immobile.

Io, ingenuo, ridacchiavo perché pensavo che fosse un tontolone a non voler uscire. Poi lei arrivava con l’orrendo impermeabile e subito mi coglieva un dubbio: PIOVE COSI’ TANTO? Si apriva la porta e vedevo: caz, sì, piove così tanto! Prima di uscire mi giravo e vedevo Spino che ci guardava di sottecchi. Lui aveva capito che fuori c’era il diluvio. Carogna.

Quando tornavo a casa ero comunque riuscito a bagnarmi tantissimo dato che, da bravo maschio, dovevo per forza fare 3.000 minipisce e questa era un’arte che richiedeva del tempo. Quindi, dopo l’onta dell’impermeabile, mi aspettava anche la beffa: il mix asciugamano – phon.

Dopo lunga pena, asciutto e con il pelo gonfio come una palla di zucchero filato, trotterellavo offeso verso la cuccia, accompagnato dalla lunga risatina sarcastica del mio compagno di casa.

La pioggia, prima o poi, dava qualche minuto di tregua e Spino coglieva l’occasione al volo! Si alzava, andava da Lei, si stiracchiava e la guardava con il suo sguardo da “ cucciolo di panda abbandonato”. Allora Lei sorrideva, prendeva il guinzaglio e lo portava fuori … Mannaggia! La prossima volta anche io avrei fatto così!

E arrivava la famosa “prossima volta”. Pioggia infinita, il richiamo “Girettooo!”, lui sdraiato immobile, colpito da sordità improvvisa, e io: capretto capretto capretto davanti alla porta … Nooooo! Mi ero fregato di nuovo! Impermeabile, giù acqua, dagli col phon. E lui rideva. Che tipo! Quasi quasi iniziava a piacermi quel cagnetto…

Un giorno di luglio, venne a trovarci la zia Dada e fu lei a prendere il guinzaglio dicendo “Girettooo!” Scattai come una trappola per topi e mi lanciai verso la porta con la grazia di una slavina; Spino mi mandò un lungo sguardo e non si alzò. Io pensai: “ Cavolo, PIOVE??!!?”. Uscii rassegnato, ma quella volta il vetusto si era sbagliato: non pioveva affatto, anzi, era una gran bella giornata e subito mi colse il buonumore. Pensai che, al ritorno dalla passeggiata, avrei riso io del mio vecchietto!

Quando tornai a casa non c’era nessuno, allora aspettai. E aspettai.

Tornò soltanto Lei.

Era diversa, come se non fosse più tutta intera. Con lo sguardo le chiesi: “Dov’è?” Lei si sedette accanto a me e iniziò ad uggiolare piano, mentre con gli occhi mi bagnava il pelo. La risata che avevo preparato per lui, mi morì in gola e in un istante, sentii, sgomento, che mancava un pezzo anche a me. E capii che anche se fuori c’era il sole, era un giorno di pioggia.

Il mondo secondo Piero Vita insieme

Piero e la convivenza forzata

3 Gennaio 2017
difficoltà di convivenza tra cani

Oggi risveglio normale.

Suona la sveglia, apro un occhio (quello con cui controllo che tutto sia come l’ho lasciato la sera prima), apro il secondo, caccio uno sbadiglio leonino e mi stiracchio come se non ci fosse un domani.

Oddio ho già fatto un sacco di cose … non sarò mica ipercinetico?

Lei si alza velocemente, canticchiando.

Canticchiando … mmmmmmmmmh!

Qui gatta ci cova … quando Lei si alza canticchiando succedono sempre cose strane .

La tengo d’occhio.

Lei mi dice “Ti ricordi cosa succede oggi?”

Parli con me? Gigantesco punto di domanda stampato sulla mia espressivissima fronte.

“Oggi arriverà Bacca”

Chiii? Strabuzzamento degli occhi, inclinazione della testa di lato (così le è subito chiaro che non so di cosa stia parlando), ma lei si sta preparando e non coglie la mia domanda.

Usciamo e dopo poco arriviamo davanti ad un cancello. Lei prende una chiave ed entriamo. Naso a terra, mi è subito chiaro chi siamo passati a prendere. Dopo poco Lei apre una porta e fa capolino la cagnolina che ultimamente incontravo spesso al parco, una simpatica, tutta moine e ciglioni da cerbiatta. E’ felicissima di vederci e, modestamente, posso anche capirla dati i miei 30 kg di fascino cotonato stile anni ’80.

Dopo una lunga e piacevole passeggiata, ci ritroviamo davanti a casa nostra.

Bene, ciao Bacca, è stato bello. Ci si vede.

Ma Bacca entra con noi.

Guardo Lei: cos’è ‘sta storia?

“Bacca, rimarrà con noi per qualche giorno”

Mi vengono gli occhi a piattino da caffè.

Qualche giorno???

Quantifica “qualche”, per favore …

“Saranno 20 splendidi giorni!”

Venti giorni? V-E-N-T-I- GIORNI? Ma…20 giorni così per dire un numero a caso o 20 giorni intesi come: 20 mattine + 20 pomeriggi + 20 sere + 20 notti????

“Pensa, 20 giorni di passeggiate e giocate e dormite con una simpaticissima amica!”

La mia mente vacilla…

Come ha potuto? Come ha potuto decidere di ospitare un altro cane e per ben 20 giorni?

Non lo sa quanto vive un cane???? Pochissimo! E il nostro pochissimo tempo insieme Lei lo spreca portandosi a casa un’estranea per 20 giorni!!!!!

Non ho parole……

E poi, che nome è Bacca? Fa pure rima con c…a!

Lo sapevo, lo sapevo … Lei stamattina stava canticchiando il mio REQUIEM!

Mi lascio cadere a terra in modo plateale, mi accoccolo a ciambella, con la testa fra le zampe, fingendo di dormire e sprofondo in un rancoroso silenzio; ogni tanto apro un occhietto e quando lei mi guarda lo richiudo subito e giro la testa sbuffando.

Brutta!

Lei capisce, si siede accanto a me e mi sorride in quel modo tutto suo, pieno di amore; apro l’occhietto, la vedo così e la mia microcoda inizia ad agitarsi felice … maledetta traditrice di una coda! Adesso non sono più credibile nella parte dell’offeso.

Eeeeeee va beneeeeeeeeeeee! Mi è già passata! Mi alzo, la bacio, grattini a bestia, risate e rotolamenti sul pavimento … ci amiamo tanto!

Lei mi dice “Dai, aiutiamo Bacca a sentirsi a casa”

Aiutiamola.

Vado da Bacca e le dico: “Lo vedi tutto questo? E’ TUTTO MIO” .

Fatto, aiutata.

Guardandomi bene intorno, noto che le cucce sono diventate due, una ha il mio odore e l’altra l’odore di Bacca e due sono anche le ciotole dell’acqua. Questo mi piace. Ovviamente mi sdraio subito sulla cuccia di Bacca e la guardo sornione. Lei non fa una piega, va sulla mia cuccia e si accomoda tranquilla.

Intrepida…

Bacca si alza, mi dà due bacini agli angoli della bocca e mi chiede: giochiamo? Certo cara! Gioco duro, con l’energia di un rugbista, ma lei mi tiene testa e ci divertiamo molto, mio malgrado.

Già, già.

Ehi, in strada passa un cane nemico, lo sentiamo e corriamo insieme, come un sol cane ad abbaiare alla porta.

Sì, beh, siamo abbastanza in sintonia, ma non ti allargare, troppo, Tacca, capito?

I giorni scorrono lieti. Vacca non è male e Lei è bravissima a non farmi mai sentire al secondo posto, ma io sono un tipo che digerisce lentamente le novità

Per esempio, ogni volta che, in passeggiata, passiamo davanti a casa di Lacca io mi fermo e guardo speranzoso prima Lei poi il cancello; dato che Lei mi guarda con sguardo neutro (la odio quando fa così), indico con maggiore precisione il cancello, dandogli dei colpetti col muso e poi Le lancio un nuovo lungo sguardo carico di speranza.

Ma Lei mi dice: “No, non lasciamo Bacca a casa. Facciamo giretto”

Riprendo la passeggiata con il vigore di un moribondo, ma, poi, Racchia mi dà i bacini e mi rabbonisco.

I 20 giorni passano e Bracca torna a casa sua!

Amen.

In casa c’è più silenzio … Un po’ mi manca la nostra cosca canina, ma in un piccolo angolo del mio cervello di cane geloso continuo a pensare che mi piace che Lei sia tutta mia, mi piace rilassarmi senza avere una che viene a svegliarmi leccandomi le orecchie, insomma mi piace essere single.

Comunque sia, questa esperienza mi ha arricchito, mi ha aiutato a crescere, ad essere un cane migliore, più maturo… Ma Bacca fa sempre rima con c…a!

 

Il pensiero di Piero

 Cari umani, voi la fate sempre facile. Molti di voi pensano che i cani siano sempre desiderosi di incontrare i loro simili, conoscerli e giocarci.

Ovviamente non è così. A molti non frega un baffo di incontrare nuovi “amichetti”; altri, invece, temono addirittura gli incontri con i conspecifici.

Voi siete sempre felici di incontrare qualsiasi umano? Socializzate subito con lui e lo trattate come un vecchio amico? Non credo! E, se lo fate, è perché non avete incontrato il signore che abita in montagna, vicino a noi … neanche San Francesco ce la farebbe ad interagire con lui senza usare un randello!

Se già gli incontri possono essere difficili, FIGURIAMOCI LA CONVIVENZA!

Far convivere due cani o portare un nuovo cane a casa non sempre è una sciocchezza … Per quanto il cane di casa sia socievole e giocherellone, il fatto di dover condividere, spazi, risorse e , soprattutto, l’affetto del proprio padrone potrebbe svelare tratti sconosciuti del suo carattere.

Bisogna che i due cani si incontrino, verificare la loro compatibilità, lasciare che si frequentino fuori casa e poi introdurre il nuovo cane in casa con cautela e grande rispetto nei confronti del cane che già abita in quella casa.

E anche così, non sempre va tutto liscio.

Insomma, usate tutte le rotelline del vostro splendido cervello per prendere certe decisioni o consultatevi con che può aiutarvi.

Soprattutto, non pensate di far adottare altri cani a Lei! Lei è MIAAAAAAA!

Viva vida amici!